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Pubblicato il 20/10/2016 21:09

Parisi: il gruppo dirigente di Forza Italia faccia un passo indietro

"Non mi occupo della Lega, Salvini crea nemici, io mi rivolgo ai 10 milioni di elettori di centrodestra che non ci votano piu'". Stefano Parisi evita di polemizzare direttamente con il leader della Lega autoproclamatosi leader della coalizione. Tuttavia, all'indomani del vertice tra lo stesso Salvini, Berlusconi e Meloni, prima su La7, poi su Corriere.it, mette in chiaro i paletti della sua proposta politica, lanciando un ultimatum alla dirigenza di Forza Italia e spiegando che il suo obbiettivo e' creare quella alternativa moderata a Renzi e Grillo che oggi non c'e'. Un ultimatum che viene poco dopo un lungo colloquio a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi.

Ribadisce che non gli piace la definizione di 'rottamatore' ("vedo che Renzi - ironizza - e' ancora inseguito dai rottamati"), ma che comunque "nel centrodestra serve cambiare molto". "C'e' una prima linea di eletti, grazie ai voti di Berlusconi - ricorda severo - che ha portato Forza Italia al 4% a Roma e Torino". Piu' tardi, su Corriere.it e' ancora piu' esplicito: "Credo che sia arrivato il momento che tutto il gruppo dirigente di Forza Italia faccia un passo indietro. Un po' come accade nelle aziende, quando si conclude un ciclo bisogna prenderne atto. Non ci sara' piu' Berlusconi - ammonisce l'ex Ad di Fastweb - che risolve tutto prendendo milioni di voti. Serve creare una squadra competente, non scelta sulla rete, e prepararsi, visto che probabilmente si vota prima del previsto". Quanto all'ipotesi di nuove spaccature nel capo 'azzurro', le definisce "scissioni dell'atomo". Anche sulle prospettive politiche dopo il referendum del 4 dicembre, Parisi ha le idee chiare. Convinto sostenitore di un 'No' che lui definisce 'rinnovatore', ("non ho nulla a che fare - puntualizza - con D'Alema, Bersani o il M5s"), annuncia che girera' le capitali europee per convincere che la sconfitta di Renzi non produrra' alcuna instabilita'. "Se vince il no sara' una vittoria del popolo italiano contro una riforma confusionaria. Non ci sara' alcuna esplosione dello spread - assicura - e la fiducia rimarra' bassa, come quella attuale". 

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