Domenica scorsa, nei pressi del porticciolo di Roseto degli Abruzzi, e' stato rinvenuto un cetaceo maschio della specie Tursiops truncatus lungo 290 cm per 320 kg di peso. Il delfino aveva tra i denti un lembo di rete da pesca che ne ha causato la morte. La segnalazione e' stata fatta dalla Guardia Costiera che ha subito attivato il flusso di intervento, come prescritto dalla Determinazione della Regione Abruzzo 21/167 del 31 dicembre 2014. Dopo i rilevamenti morfometrici effettuati in loco dal personale del Centro Studi Cetacei Onlus, alla presenza del personale dei Servizi Veterinari della Asl di Teramo, e' intervenuta una squadra di esperti dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise guidata da Nicola Ferri, responsabile del Laboratorio di Igiene, Biologia e Tossicologia Ambientale dell'Izsam. Il dott. Ferri, giunto sul posto con un mezzo dell'Istituto idoneo al trasporto delle carcasse dei cetacei, si e' occupato delle operazioni di trasferimento in sicurezza dell'esemplare presso la sede centrale dell'Istituto di Teramo dove e' stata effettuata la necroscopia. L'esame autoptico ha accertato che il delfino e' morto per soffocamento, dovuto all'incarceramento dell'epiglottide: la rete da pesca infatti era arrotolata intorno al becco laringeo impedendo i normali atti respiratori all'esemplare. Gli esiti della necroscopia sono stati condivisi con l'equipe dell'Universita' di Teramo diretta dal prof. Giovanni Di Guardo, come previsto dalla Determinazione regionale.
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