I rifiuti in mare possono comportare perdite della biodiversita' ma anche consistenti perdite economiche: meno turismo, meno pescato. Il progetto 'Marlisco' (4 milioni e 110 mila euro) finanziato dall'Unione Europea vede la Provincia di Teramo in prima linea alla guida dell'iniziativa (con una quota di spesa di oltre 500 mila euro) e collabora con 20 partner europei fra istituzioni e organismi di ricerca.
Domani, a Bruxelles, al palazzo Champ de mars, la presentazione del programma di azione con la partecipazione del presidente Valter Catarra, della coordinatrice di progetto Doriana Calilli, della ricercatrice Gianna Fabi, esperta di rifiuti marini, del project manager Angelo Santonocito. Di 260 milioni di tonnellate di plastica prodotte ogni anno, circa il 10% finisce in mare (il 20% da navi e il restante 80% dalla terraferma) per un totale di 46mila pezzi di plastica galleggianti in ogni miglio quadrato di oceano, un 'minestrone' di immondizia lungo circa 2.700 km. Un vero e proprio mare di rifiuti: stando ai dati del dossier del Wwf "Spiagge d'Italia", si stima che ci siano circa 6,4 milioni di tonnellate di rifiuti negli oceani di tutto il mondo. E la maggior parte di questi non e' biodegradabile, mentre mare, sole e onde riducono le plastiche in frammenti piccolissimi, particelle tra i 20 e i 50 micron di diametro, piu' sottili di un capello, che saturano l'acqua ed entrano a far parte dell'ecosistema marino.
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