Sono tutti fuori dagli arresti domiciliari gli indagati dell'inchiesta 'Redde Rationem' su presunte tangenti negli appalti ad affidamento diretto dei puntellamenti degli edifici del centro storico dell'Aquila danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009, affare da 500 milioni di euro. Il tribunale del Riesame ha infatti disposto la revoca della detenzione in casa di due imprenditori coinvolti nell'inchiesta, Giancarlo Di Persio e Mauro Pellegrini, soci della ditta Dipe. I due, assistiti rispettivamente dagli avvocati Massimo Carosi e Riccardo Lopardi, avevano visto gia' bocciate le loro istanze presentate al giudice per le indagini preliminari. Lo scorso 12 agosto, invece, erano stati revocati i domiciliari e disposto l'obbligo di firma per l'ex consigliere comunale di centrodestra delegato del sindaco ai puntellamenti Pierluigi Tancredi, difeso da Antonio Milo e Maurizio Dionisio, Tancredi ritenuto figura chiave dell'inchiesta dalla direzione distrettuale antimafia dell'Aquila. Lo stesso giorno erano tornati liberi gli imprenditori Maurizio e Andrea Polisini (difesi dai legali Fabrizio Acronzio e Gennaro Lettieri), responsabili dell'impresa Edilcostruzioni, che erano pure ai domiciliari, e il giovane intermediario Nicola Santoro (avvocati Leonardo Arnese e Stefano Rossi), che aveva l'obbligo di dimora e di firma. Il tribunale del Riesame in questo caso aveva rilevato l'insussistenza del pericolo di inquinamento delle prove, uno dei presupposti per l'adozione di misure cautelari.
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