"Il dramma della migrazione vissuto attraverso il racconto della tragedia di Marcinelle, nella quale morirono tantissimi abruzzesi, soprattutto di Manoppello. Un modo per aiutare gli studenti ad attualizzare un episodio del passato al fine di comprendere cio' che sta accadendo oggi sulle nostre coste, cio' che spinge migliaia di uomini, donne, bambini, ad affrontare pericoli, mettendo a rischio la vita, pur di lasciare la poverta' o la guerra e cercare un futuro migliore. E attraverso quei racconti gli studenti dell'Istituto Alberghiero Ipssar 'De Cecco' hanno voluto caratterizzare la 'Giornata Internazionale del Migrante'". Lo ha detto la dirigente scolastica dell'Istituto Alberghiero Ipssar 'De Cecco' Alessandra Di Pietro, illustrando l'iniziativa svoltasi nell'aula magna dell'Istituto.
"La Giornata mondiale del Migrante 2016 - ha spiegato la dirigente Di Pietro - cade in un momento particolare e 'caldo' per la situazione delle migrazioni economiche forzate in Europa e in Italia. Cresce la paura, crescono i rischi non solo di alzare mura, barriere, e forme di protezionismo esasperato, di limitazioni al welfare, ma anche di scontri e conflittualita' sociale all'interno dei nostri Paesi europei. All'Istituto 'De Cecco' abbiamo scelto di parlare di un tema tanto attuale ripercorrendo un evento storico, legato alle vicende del secondo dopoguerra e alla nascita della Comunita' Economica europea. Dunque non una celebrazione emotiva, ne' una commemorazione, ma piuttosto un evento narrativo-teatrale, che ha visto protagonisti gli studenti delle classi quinte: abbiamo raccontato uno dei piu' gravi incidenti minerari del secolo scorso, la strage dei minatori avvenuta sessant'anni fa, l'8 agosto 1956, a Marcinelle, una tragedia del lavoro e dell'emigrazione nella quale morirono moltissimi abruzzesi. Abbiamo scelto la formula della narrazione attraverso la lettura di brani con voce recitante, preferendola a un tradizionale convegno o seminario, perche' la riteniamo piu' adatta ai giovani, piu' coinvolgente e capace di evitare il rischio della retorica, il piu' grande nemico quando si trasmette la memoria".
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