I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Pescara hanno arrestato un 30enne di Montesilvano per rapina aggravata in concorso e ricettazione. L'attivita' investigativa dei carabinieri ha consentito di individuare nel giovane il responsabile di tre rapine consumate in rapida successione nel mese di maggio scorso ai danni di due distributori di carburante e di un ufficio postale. L'arresto e' stato eseguito in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, su richiesta del pm Andrea Papalia.
I carabinieri sono risaliti all'uomo attraverso la ricostruzione del 'modus operandi', l'analisi di alcune testimonianze e la minuziosa ricostruzione delle fasi delle singole rapine commesse dall'arrestato sempre con il volto travisato da un casco e servendosi di uno scooter Aprilia modello Leonardo, risultato rubato a Pescara il 15 aprile scorso. Per individuare il 30enne i militari dell'Arma hanno utilizzato anche alcune tracce rilevate in occasione dei sopralluoghi. Stando alle indagini, l'arrestato sarebbe l'autore delle rapine avvenute l'8 e il 13 maggio ai danni dei distributori "Martina carburanti" di Moscufo e di Citta' Sant'Angelo. In quest'ultimo caso avrebbe agito con un complice, che non e' stato ancora identificato.
L'uomo sarebbe anche l'autore della rapina del 12 maggio scorso ai danni dell'ufficio postale di Montesilvano e della tentata rapina del 15 maggio scorso ai danni del distributore di benzina "Ok" di Francavilla al Mare. Il bottino complessivo ammonta a 5 mila euro. Lo scooter utilizzato per le rapine e' stato rinvenuto all'interno di un canneto sulle colline di Montesilvano. Oltre alla moto, i carabinieri hanno rinvenuto anche un casco dello stesso colore girgio utilizzato dall'autore delle rapine, una pistola da soft air modello Colt, una giacca a vento e materiale per il travisamento. I particolari dell'operazione sono stati forniti in conferenza stampa dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Paolo Piccinelli, e dal capitano Massimiliano Di Pietro e dal colonnello Giovanni Di Niso del Nucleo investigativo
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