Fabrizio Pellegrini, il pianista di 47 anni malato di fibromialgia che ha passato quasi due mesi in carcere a Chieti per aver coltivato piante di cannabis per curarsi e che da martedi' e' agli arresti domiciliari, e' "ancora senza cure, perche' e' in detenzione domiciliare e per avere la cura necessaria dovrebbe violare le prescrizioni, e questo comporterebbe il ritorno in carcere". A segnalarlo e' il legale del pianista, l'avvocato Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia Giustizia e Liberta' Abruzzi. Nel corso di una conferenza stampa a Pescara, presente anche Maurizio Acerbo della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, Di Nanna ha ricordato come in Abruzzo la legge che prevede la possibilita' di coltivare la cannabis a scopo terapeutico sia "rimasta inattuata" ed ha sottolineato che si sta "valutando la possibilita' del trasferimento di Pellegrini in una regione in cui possa ricevere le cure necessarie". "In questi giorni - spiega l'avvocato - per individuare una struttura si sono attivati con noi la 'Garante dei detenuti di fatto' Rita Bernardini, che ci ha segnalato il caso, ma anche la senatrice Stefania Pezzopane"
"In Abruzzo e' negato l'accesso ai farmaci a base di cannabinoidi: nonostante vi sia una norma da molti considerata la piu' avanzata d'Italia, questa non viene attuata. Abbiamo individuato dei profili di responsabilita' per danno erariale, perche' ci chiediamo come si giustifica il ritardo dei funzionari della Regione nell'applicare la norma". Lo denunciano Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista e promotore della legge approvata nel 2014, e Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia Giustizia e Liberta' Abruzzi. Acerbo ha sottolineato che il caso di Fabrizio Pellegrini, il pianista di 47 anni malato di fibromialgia che ha passato quasi due mesi in carcere a Chieti per aver coltivato piante di cannabis per curarsi e che da martedi' e' agli arresti domiciliari, "non fa che confermare un quadro che denunciamo da tempo". "Come segnalato da tutti gli esperti in materia - ha sottolineato Acerbo - il paradosso e' che nonostante questa proposta di legge, di cui io sono stato proponente, sia stata approvata a gennaio del 2014 quando peraltro c'era una giunta di centrodestra, la giunta D'Alfonso non ha fatto nulla per applicarla. La legge e' invece realta' in altre regioni che l'hanno ripresa e copiata".
"La Regione, infatti - ha detto ancora - sarebbe tenuta a erogare il farmaco presso le Asl attraverso apposite procedure; e per le nostre Asl rappresenterebbe un risparmio, perche' se la Giunta si fosse mossa per tempo entro la fine dell'anno potevamo essere in grado di essere produttori, con un enorme sgravo per il servizio sanitario nazionale. La Regione avrebbe dovuto gia' da due anni erogare ai pazienti gratuitamente farmaci a base di cannabinoidi, importandoli, e nel frattempo provvedere per la produzione in loco". "Un conto e' spendere mille euro al mese per la cannabis facendola venire dall'Olanda, un conto e' averla qui. E perche' non autorizzare anche i malati stessi a coltivarla? - ha detto Di Nanna - Cosa che avverrebbe se venisse accolta la questione di legittimita' costituzionale che intendiamo sottoporre al Tribunale di Chieti l'8 settembre, dove Pellegrini dovra' difendersi perche' accusato di essersi coltivato la medicina che la Asl e lo Stato italiano gli hanno negato"
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