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Pubblicato il 20/03/2016 08:08

Cassazione decreta la demolizione delle ville abusive a L'Aquila

La Corte di Cassazione dopo aver esaminato i ricorsi ha confermato la condanna a un anno di reclusione e 40mila euro di multa per i tre imprenditori Danilo, Antonello e Valerio Taddei, appartenenti alla famiglia proprietaria del gruppo Edimo, con l'accusa di lottizzazione abusiva: i giudici hanno stabilito che la sospensione condizionale della condanna e' subordinata alla demolizione, entro sei mesi, delle tre ville ritenute abusive iniziate a costruire a Picenze, frazione di Barisciano, sequestrate nel 2010 a seguito di un'indagine giudiziaria dell'Aquila. La Cassazione ha confermato la sentenza dei giudici di primo grado, come aveva fatto la corte d'appello dell'Aquila. La famiglia Taddei e' titolare del gruppo Edimo che ha sede nell'area industriale di Poggio Picenze che, nonostante il fallimento di una delle numerose societa', la Edimo spa, da' lavoro a centinaia di persone.

Il gruppo, specializzato nell'edilizia industriale e civile e impegnato nella ricostruzione, e' gestito dal patron Carlo assieme ai tre figli. La costruzione delle abitazioni era comunque privata e slegata dalle attivita' aziendali. Si tratta di una sentenza destinata a lasciare il segno perche' sono diverse centinaia i manufatti provvisori autorizzati con delibere dei vari Comuni del cratere dopo il sisma sulle quali potrebbe pendere la stessa sorte. Secondo quanto si e' appreso, le posizioni dei tre fratelli si sono differenziate nell'ultimo e decisivo grado di giudizio. Antonello e Valerio avevano fatto ricorso in Cassazione proprio contro la sentenza di secondo grado; Danilo, invece, per chiedere la remissione in termini per poter presentare il ricorso di Appello che, nel suo solo caso, non era stato inoltrato entro i termini con i precedenti difensori. In questo caso, se i primi due fossero stati assolti, lo sarebbe stato anche l'altro per effetto estensivo.

Le ville sono state costruite sulla scorta della normativa per le abitazioni provvisorie post-terremoto, note come "casette". Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Vincenzo Calderoni e Riccardo Lopardi. In primo grado erano stati assolti da ogni accusa il geometra comunale Giampiero Sigismondi e il progettista delle abitazioni Vincenzo Galeota. Nel febbraio 2011 il giudice per le indagini preliminari Marco Billi aveva disposto l'archiviazione del sindaco di Barisciano, Francesco Di Paolo, anch'egli inizialmente indagato.

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