Bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale e truffa. Sono le accuse contestate, a vario titolo, agli ex vertici dell'Aca (Azienda Comprensoriale Acquedottistica) di Pescara dalla Procura del capoluogo adriatico. Nello specifico, l'inchiesta del pm Anna Rita Matini, che e' stata chiusa, conta nove indagati tra cui l'ex presidente Ezio Di Cristoforo, in carica dal 2009 al 2013; Bartolomeo Di Giovanni, direttore generale dal 1999 al 2012; Giuseppe Di Michele, ex vice presidente dal 2009 al 2013. L'avviso di conclusione delle indagini riguarda, inoltre, Candeloro Forestieri, direttore generale dal 2012 al 2014; Gianfranco Stromei, membro del collegio sindacale dal 2002 al 2015; Concetta Di Luzio, componente del cda dal 2010 al 2013; Alberto Cerretani, membro collegio del sindacale dal 2005; Edoardo Tumini, membro collegio sindacale nel 2010; Roberto Costantini, membro del collegio sindacale dal 2010. Secondo l'accusa, Di Cristoforo, Di Michele, Di Giovanni, Di Luzio e Candeloro, nei bilanci relativi al periodo 2009-2012 avrebbero omesso fraudolentemente di iscrivere consistenti componenti negativi di reddito ovvero indicavano maggiori proventi straordinari rappresentando in tal modo falsamente utili di esercizio in realta' inesistenti. Sempre secondo l'accusa, complessivamente la gestione avrebbe provocato ed aggravato il dissesto della societa' Aca, che avrebbe accumulato una passivita' di quasi 120 milioni di euro. Stromei, Cerretani, Tumini e Costantini, sono invece accusati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale perche' avrebbero omesso di approntare i doverosi poteri di controllo e di iniziative imposte dalla legge.
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