Dopo una prima esperienza, il mese scorso, nella fascia montana tra Caramanico Terme e San Valentino in Abruzzo Citeriore, guardie giurate e volontari del WWF hanno partecipato a una nuova azione antibracconaggio in collaborazione con il Coordinamento Territoriale per l'Ambiente (CTA) di Guardiagrele del Corpo Forestale dello Stato e con il Parco Nazionale della Majella. L'azione, finalizzata a contrastare fenomeni di bracconaggio nell'area protetta e nelle zone circostanti, ha riguardato questa volta il monte Morrone. Sotto la supervisione di graduati e agenti della Forestale, sono stati formati gruppi misti con guardie WWF e dipendenti del Parco. I gruppi si sono mossi su percorsi concordati battendo a tappeto il territorio, alla ricerca soprattutto dei lacci che i bracconieri piazzano in punti strategici per catturare fauna selvatica con modalita' vietate e crudeli.
E' capitato purtroppo in passato - dicono gli operatori - che i lacci abbiano ucciso anche animali particolarmente protetti per i quali tali sistemi abusivi di caccia rappresentano un gravissimo rischio, e ci riferiamo in particolare all'orso marsicano, specie simbolo dell'Abruzzo recentemente avvistata anche sul Morrone e al lupo, oltre che al cervo e al capriolo. Nelle ispezioni sono stati trovati pochi lacci, nessuno sistemato di recente e "armato", pronto cioe' a prendere in trappola gli animali di passaggio.
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