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Pubblicato il 21/09/2016 11:11

Dissesto Aca, uno dei 5 imputati chiede di patteggiare

E' approdato davanti al gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, il procedimento relativo al dissesto per circa 120 milioni di euro dell'azienda acquedottistica abruzzese (Aca). Inizialmente erano nove le persone coinvolte, a vario titolo, nella vicenda. Ora invece sono cinque gli imputati accusati dal pm Anna Rita Mantini di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e documentale, e truffa. Si tratta degli ex vertici dell'Aca: Ezio Di Cristoforo, ex presidente dell'Aca, e Giuseppe Di Michele, ex vice presidente, entrambi in carica dal 2009 al 2013; Bartolomeo Di Giovanni, direttore generale dal 1999 al 2012; Concetta Di Luzio, componente del cda dal 2010 al 2013; Candeloro Forestieri, direttore generale dal 2012 al 2014. Di Michele, tramite il suo legale, ha chiesto di patteggiare una pena di due anni e quattro mesi. Il pm Anna Rita Mantini ha dato parere favorevole, ora l'ultima parola spetta al gup. La difesa di Forestieri ha depositato una perizia di parte e altri hanno chiesto di poter fare la stessa cosa. L'udienza e' stata aggiornata al 17 gennaio. Per il pm, i cinque, allo scopo di "recare pregiudizio ai creditori e di procurare a se' o agli altri un ingiusto profitto", avrebbero falsificato bilanci e scritture riguardanti gli esercizi 2009, 2010, 2011 e 2012. Secondo l'accusa, avrebbero omesso "fraudolentemente di iscrivere consistenti componenti negativi di reddito, ovvero indicavano maggiori proventi straordinari rappresentando in tal modo falsamente utili di esercizio in realta' inesistenti". Inoltre avrebbero falsificato "il libro delle assemblee dei soci e segnatamente il verbale numero 2 sottoscritto alla data del 21 maggio 2010, iscrivendo falsamente e simulando l'intervenuta approvazione di un regolamento di indennita' di risultato degli amministratori, in realta' inesistente e mai deliberato". Sempre secondo l'accusa, avrebbero distratto a proprio vantaggio e dissipato le liquidita' dell'Aca "destinandole a finalita' diverse da quelle aziendali". In particolare, avrebbero attribuito, a titolo di indennita' di risultato, a vantaggio di Di Cristoforo la somma di 246 mila euro. A Di Michele sarebbero stati attribuiti invece circa 104 mila euro e a Concetta Di Luzio 11 mila euro. Per quanto riguarda il rimborso spese relativo ai chilometri percorsi, la procura contesta a Di Crisotoforo 413 euro, a Di Michele quasi 31 mila euro e a Di Luzio 137 euro. Di Michele e Di Cristoforo sono anche accusati di aver distratto la somma di 55 mila euro apparentemente erogata per finalita' istituzionali ma in realta' destinata "a fini meramente ludico- ricreativi". 

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