"C'e' da rivedere e riscoprire la legalita', che molte volte manca. Serve una maggiore etica della costruzione e della ricostruzione. Li' sono stati investiti miliardi per mettere in sicurezza le case e cio' che emerge e' che non sempre e' stato fatto un lavoro corretto". Cosi', a proposito del sisma nelle Marche, don Aniello Manganiello, parroco di Scampia, alla 21esima edizione del Premio 'Paolo Borsellino', di cui lui e' garante, accompagnato dalla mostra ANSA 'L'Eredita' di Falcone e Borsellino' all'Istituto Ipssar di Pescara.
"La ricostruzione - ha aggiunto don Aniello - e' stata fatta in gran parte da maestranze di Casal di Principe, cioe' casalesi. Bisognerebbe fare un monitoraggio accurato dei danni avuti nelle zone colpite dal sisma del 1997 per capire come si e' lavorato. L'etica, nelle costruzioni e nelle ricostruzioni, dovrebbe essere il minimo comune denominatore". "Anche la chiesa di Cesi di Serravalle di Chienti (Macerata) e' stata danneggiata dall'ultimo terremoto, nonostante gli interventi post sisma del '97, cosi' come oggi sono inagibili case crollate allora e poi ricostruite da zero", ha detto il parroco di Scampia, parlando di "una zona che io frequento da anni: anche in seguito al terremoto del 1997 ho continuato a portare i ragazzi a fare i campi scuola in quella terra meravigliosa". "In Italia si opera sempre in seguito all'emergenza mentre bisognerebbe prendere in esame tutto il patrimonio. La messa in sicurezza - ha concluso Don Aniello - dovrebbe avvenire prima, in modo sistematico".
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