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Pubblicato il 21/07/2016 21:09

Due alpinisti morti sul Gran Sasso

Esperti, corretti, prudenti, legati dalla passione per la montagna. Uniti anche nella tragica morte i due noti alpinisti italiani, Roberto Iannilli, 62 anni di Cerveteri, e Luca D'Andrea, 51enne di Sulmona. Uno accanto all'altro, legati da un'unica corda: cosi' i soccorritori hanno raccolto questa mattina i due corpi. Erano irriconoscibili dopo la caduta a precipizio dalla parete nord del Monte Camicia sul massiccio del Gran Sasso. L'identificazione solo piu' tardi all'ospedale di Teramo. La montagna li ha voluti insieme anche nella morte. Da anni infatti, Iannilli e D'Andrea, condividevano avventure comuni di scalate, entrambi forti di esperienza e competenza. Nessuno dei due un avventato o un avventuriero. "Parliamo di gente seria, alpinisti di vecchia guardia, tra i migliori in Italia. Avevano alle spalle grandi esperienze nel mondo", commenta Fasciani che parla appunto di fatalita' e disgrazia. "Stavano scalando una parete che ha uno sviluppo di 1200 metri, non si puo' stabilire da che altezza siano precipitati", spiegano dal Soccorso Alpino. Iannilli, in particolare, era considerato uno dei massimi esperti di arrampicata. Ha aperto centinaia di nuovi itinerari in Italia e all'estero. Suo per due volte il Premio 'Consiglio',  massimo riconoscimento alpinistico italiano. Era particolarmente legato al Gran Sasso dove, in solitaria o con altri escursionisti, ha aperto piu' di 100 nuove vie. E' stato inoltre tra i finalisti al premio internazionale 'Piolet d'Or', per una impresa compiuta sulle Ande peruviane. Molto nota, tra gli appassionati, anche la sua scalata alla "Bartolomei Tower", sull'Himalaya. Anche per D'Andrea la montagna era un po' come casa, legame profondo: l'aveva frequentata fin da bambino, con i genitori e i fratelli. Aveva scalato vette come Marmolada, Sella fino a partecipare a spedizioni internazionali come l'ultima in Patagonia. A Sulmona il ritratto del 51enne e' per tutti uno solo: "Persona di straordinaria bonta', - sottolineano gli amici -, gentile con tutti, sempre sorridente, da tutti stimato per la sua riservatezza, la sua giovialita' e per l'educazione". In citta' l'avevano visto l'ultima volta lo scorso lunedi': per il Gran Sasso era partito martedi'. Sarebbe dovuto rientrare ieri sera. Iannilli e D'Andrea sono tornati a casa senza vita: alle loro famiglie, che avevano denunciato il mancato rientro, sono state consegnate le salme per la celebrazione dei funerali. Il pubblico ministero, Stefano Giovagnoni, ha concesso il nulla osta alla sepoltura. Sul Gran Sasso, pare, volessero aprire una nuova via, ma stavolta qualcosa non l'ha consentito, con un salto nel vuoto da quella montagna, amata come una casa. 

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