Condanna a 8 mesi di reclusione ciascuno, per evasione fiscale, per il patron della Virtus Lanciano (serie B), Francesco Maio, e i figli Valentina e Guglielmo, rispettivamente presidente e vice. L'evasione fiscale della quale sono stati riconosciuti colpevoli e' relativa agli anni 2006 e 2007: circa 700 mila euro su un fatturato di 2,4 milioni di euro. L'evasione e' legata alla dichiarazione dei redditi presentata per la Henkot GmbH, societa' di capitali tedesca facente parte del Gruppo Maio srl. La sentenza e' stata emessa oggi pomeriggio dal Tribunale collegiale di Lanciano. Francesco Maio e' stato nel contempo assolto, perche' il fatto non sussiste, dai reati di distrazione dei beni societari della Maio srl (per l'accusa nel 2008) e illecite sponsorizzazioni alla Virtus Lanciano, secondo l'accusa oltre 5 milioni di euro, nel 2008 e 2009, e 40 mila euro alla pugliese Volley Jogging. Inoltre, il Tribunale ha deciso il 'non luogo a procedere' per Francesco Maio e Guerino Diomede, team manager, per tardivita' della querela, per il reato di infedelta' patrimoniale. La vicenda processuale e' scaturita da una lite di famiglia legata al possesso di quote nella Guglielmo Maio srl, colosso nel settore rifiuti con sede ad Atessa.
A querelare fu Giovanni Maio, fratello di Francesco Maio, il quale denuncio' la sua improvvisa estromissione dalla Guglielmo Maio srl e da altre societa' collegate. Il Tribunale di Lanciano ha inoltre disposto il non luogo a procedere, per prescrizione, nei confronti di Francesco Laterza, di Altamura(Bari), amministratore del Jogging Volley, per l'emissione di una falsa fattura. Infine prescrizione del reato di infedelta' patrimoniale per Vincenzo Fiore, di Altamura, membro del cda della partecipata Bleu spa, e di Francesca Maio, figlia di Giovanni Maio, di presunta omissione dei redditi 2006-2007 al fine di evadere le imposte della societa' partecipata tedesca. Dopo la sentenza il collegio difensivo dei Maio ha preannunciato ricorso in Appello contro la condanna a 8 mesi di reclusione. Mercoledi' scorso, a conclusione della requisitoria, il pm Anna Benigni aveva chiesto la condanna per 5 imputati su 7; per Francesco Maio 2 anni e 4 mesi di reclusione; per i figli Valentina e Guglielmo Maio, 1 anno e 6 mesi ciascuno, e 8 mesi ciascuno erano stati chiesti per Guerino Diomede e Vincenzo Fiore.
"Esprimiamo la nostra soddisfazione per avere visto riconosciuta gran parte delle nostre ragioni e per aver dimostrato la correttezza dei nostri comportamenti". E' un passo di una nota diffusa dal Gruppo Maio dopo la sentenza di condanna a 8 mesi di reclusione, pena sospesa, per evasione fiscale, di Francesco, Valentina e Guglielmo Maio che annunciano di voler impugnare la sentenza. "Su tutte le vicende ribadiamo la totale correttezza del nostro operato - proseguono -. Anche sull'aspetto di condanna non abbiamo dubbio alcuno che la giustizia sapra' dimostrare la realta' dei fatti, perche' siamo convinti di aver operato in maniera del tutto lecita e corretta e impugneremo la sentenza". "Per i tre reati contestati relativi all'infedelta' patrimoniale, concretizzatasi nell'acquisizione del controllo di alcune societa' attraverso presunte manovre illegittime a danno degli altri soci, il tribunale ha stabilito la improcedibilita' per tardivita' della querela - precisano Francesco Maio, patron della Virtus Lanciano, ed i figli Valentina e Guglielmo, rispettivamente presidente e vice presidente. "Inoltre per il reato di distrazione di mezzi finanziari, concretizzatisi attraverso presunte false sponsorizzazioni in favore della Jogging Volley srl, lo stesso tribunale ha stabilito la improcedibilita' per difetto di querela". Vicende, precisano i Maio, "sulle quali comunque ribadiamo la totale correttezza del nostro operato. Quanto al reato contestato di distrazione di mezzi finanziari per presunte false sponsorizzazioni in favore della SS Virtus Lanciano 1924 e il reato di una presunta dichiarazione dei redditi fraudolenta fatta dalla Bleu srl, per fattura emessa dalla Jogging Volley, il tribunale si e' espresso decretando l'assoluzione con formula piena perche' i fatti non sussistono". Infine per la vicenda di condanna, relativa alla societa' HENKOT GmbH (societa' di capitali tedesca), per cui si contesta il reato presunto di dichiarazione di elementi passivi fittizi a scopo di evasione fiscale, Francesco, Valentina e Guclielmo Maio precisano: "Il Tribunale, allo stato attuale, ha riconosciuto la nostra responsabilita'. Anche in questo caso, tuttavia, siamo convinti di aver operato in maniera del tutto lecita e corretta e restiamo in attesa di leggere le motivazioni della sentenza per impugnarla in appello. Anche su quest'ultimo punto non abbiamo dubbio alcuno che la giustizia sapra' dimostrare la realta' dei fatti".
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