Il Tribunale di Chieti ha condannato a 7 anni di reclusione per truffa e falso l'ex imprenditore della sanita' privata abruzzese Vincenzo Maria Angelini nel processo che lo vedeva imputato con la moglie Anna Maria Sollecito, e con una terza persona, la cui posizione e' stata stralciata da tempo, Sergio Frezza. Per tutti le accuse erano di associazione a delinquere, truffa continuata e falso. A
ngelini e la moglie sono stati assolti perche' il fatto non sussiste dall'accusa di associazione a delinquere, mentre per quanto riguarda il falso e la truffa contestati anche alla Sollecito il Tribunale ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Angelini e' stato inoltre condannato a risarcire i danni in separato giudizio alla Asl costituitasi parte civile, e' stato dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici ed ha avuto l' interdizione legale per la durata della pena.
Il Tribunale, presidente Geremia Spiniello, a latere Isabella Allieri e Andrea Di Berardino, ha inoltre ordinato la confisca della somma di 32 milioni e 615mila euro. La societa' Villa Pini srl, quale responsabile dell'illecito amministrativo derivante dalla truffa, si e' vista applicare una sanzione pecuniaria pari a 400.000 euro. Alla stessa societa' sono state applicate, per la durata di due anni, le sanzioni interdittive del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio, l'esclusione di agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l'eventuale revoca di quelli gia' concessi e il divieto di pubblicizzare bei o servizi. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni. La vicenda da cui ha preso le mosse il processo e' quella che, secondo l'accusa, sostenuta in aula dal pm Giuseppe Falasca, il quale aveva chiesto la condanna a 4 anni di Angelini, l'assoluzione per il reato di associazione a delinquere , la prescrizioni per la Sollecito, ha consentito alla casa di cura Villa Pini, negli anni fra il 2005 e il 2007, sotto la gestione di Angelini, di espletare attivita' sanitaria non coperta da autorizzazione o accreditamento provvisorio e di effettuare prestazioni a carico del sistema sanitario nazionale per discipline non accreditate quali l'ortopedia, l'oculistica, la cardiochirurgia, la chirurgia vascolare, la cardiologia, l'otorinolaringoiatria, le malattie e i disturbi dell'apparato riproduttivo femminile.
L'Asl si e' costituita parte civile con l'avv. Cristiano Sicari il quale aveva chiesto una provvisionale di 2 milioni di euro e 50.000 euro di danno morale da ciascuno dei due imputati. Villa Pini d'Abruzzo srl, la societa' fallita, era rappresentata dall'avvocato Antonella Dragani: la societa' nel processo e' entrata per la violazione del decreto legislativo 231/2001 che fissa la responsabilita' delle persone giuridiche. Angelini e moglie non erano in aula: il loro difensore, l'avvocato Gianluigi Tucci, ha annunciato ricorso in appello.
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