Le associazioni ambientaliste evidenziano in una nota che "a oltre due mesi dall'incendio non sappiamo, e probabilmente ormai non lo sapremo mai, quali sia il territorio realmente coinvolto nella ricaduta delle ceneri diffuse dal vento, certamente piu' ampio di quello preso in considerazioni dalle analisi compiute a cerchio intorno al sito incendiato, senza alcuno studio sui venti e sulla conseguente direzione dei fumi durante le diverse giornate nelle quali si e' protratto il rogo". L'elenco delle associazioni comprende Wwf Chieti-Pescara, Legambiente Chieti, Presidio Libera Chieti Melissa Bassi, Chieti nuova 3 febbraio, Fai delegazione di Chieti, Italia Nostra Chieti e Pescara, Camminando Insieme, i comitati Acqua e Beni Comuni Chieti, Amici del Colle, Ambiente Valpescara, Centro Assemblea Cittadina di Cepagatti, Villablocc. Gli ambientalisti aggiungono: "Non abbiamo certezze sulle conseguenze che potrebbero derivare, da un sito nel quale sono presenti residui da incendio e materiali incombusti, a fronte dei quattro temporali che hanno nel frattempo investito l'area e dagli eventi meteo che si susseguiranno nei prossimi mesi e non sappiamo, ed e' l'aspetto piu' grave, se e quando l'impianto sara' bonificato o quantomeno messo in sicurezza".
Le associazioni, che proprio oggi hanno depositato la richiesta di incontro con il prefetto di Chieti Antonio Corona, sono tornati infine sull'ordinanza del sindaco di Chieti, datata 24 luglio, che disponeva la messa in sicurezza al legale rappresentante della ditta che gestiva il sito teatro dell'incendio.
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