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Pubblicato il 04/08/2015 09:09

Inchiesta "Redde rationem", respinta la revoca degli arresti domiciliari agli indagati

Il giudice per le indagini preliminari dell'Aquila Giuseppe Romano Gargarella ha respinto le istanze di revoca degli arresti domiciliari per i cinque detenuti in casa dell'inchiesta "Redde rationem", che ha portato alla luce tangenti e truffe negli affidamenti diretti degli appalti dei puntellamenti da 200 milioni di euro complessivi del primo post-sisma del 6 aprile 2009. Degli arrestati ai domiciliari, per il solo Pierluigi Tancredi i capi di imputazione sono di corruzione ed estorsione; gli imprenditori Mauro Pellegrini, Giancarlo Di Persio, Maurizio Polisini e Andrea Polisini, responsabili delle ditte Dipe ed Edilcostruzioni, hanno le accuse di corruzione, subappalto irregolare, falsa fatturazione, truffa su fondi pubblici, abuso d'ufficio. Il faccendiere Nicola Santoro, per lui obbligo di dimora e di firma, e' accusato di corruzione e anche per lui Gargarella ha respinto la revoca della misura. Intanto, i carabinieri che si occupano delle indagini sono entrati nell'agenzia di assicurazioni in viale della Croce Rossa dove opera l'assicuratore Umberto Di Prospero e hanno perquisito gli uffici e l'abitazione. Di Prospero diventa cosi' il ventesimo iscritto nel registro degli indagati. Degli altri 13 a piede libero, ci sono tecnici privati che hanno anch'essi truffa su fondi pubblici, altri imprenditori hanno le accuse di subappalto irregolare mentre ai tecnici comunali viene contestato l'abuso d'ufficio.

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