Riunificato in un unico processo il caso di presunta violenza privata di cui e' accusato il sacerdote 40enne brasiliano nei confronti di dieci ex adepti della Legio Sacrorum Cordium, associazione religiosa da lui fondata, e il caso di pestaggio di cui lo stesso prete fu vittima ad opera di due fratelli, uno dei quali voleva abbandonare l'associazione. Lo ha deciso il giudice Andrea Belli del Tribunale di Lanciano, respingendo l'eccezione in cui la Curia chiedeva di essere estromessa dalla responsabilita' civile, sul presunto caso delle violenze private, poiche' il sacerdote era fondatore e presidente in autonomia dell'associazione e perseguiva interessi personali diversi dall'utilita' comune. Confermata quindi la corresponsabilita' civile, come disposto dal gup il 23 giugno 2014. Lo stesso giudice Belli ha ritenuto territorialmente competente il Tribunale di Lanciano anche su casi di frustate con il rosario sulla schiena ad alcuni adepti, episodi che sarebbero avvenuti a Bergamo durante una gita. L'udienza e' stata aggiornata al 16 febbraio 2016, ore 15, quando saranno sentiti i primi sei testi, su dieci parti offese finite in cura psicologica per le vessazioni e le penitenze subite, come le vittime stesse raccontano, "per salvare anime e combattere il demonio". Il prete resta contumace, essendo tornato in Brasile all'inizio dell'inchiesta
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