La Procura della Repubblica dell'Aquila ha chiesto il processo nei confronti di sei indagati con l'accusa di turbativa d'asta nell'aggiudicazione della prima parte (33 milioni di euro) del mega appalto per la realizzazione dei nuovi sottoservizi del centro storico, con la costruzione nel sottosuolo di un tunnel "intelligente" che raggruppera' le reti idrica, elettrica, fognaria e Internet. Le richieste saranno discusse in udienza preliminare a partire dal prossimo 20 settembre dinanzi al Gup Giuseppe Romano Gargarella. La gara e' stata appaltata dalla societa' idrica del comprensorio Gran Sasso Acqua nel suo ruolo di soggetto attuatore: ad aggiudicarsi la commessa la societa' consortile a responsabilita' limitata (Scarl) "Asse Centrale", composta dalla ravennate Acmar, capofila, e dalle aquilane Taddei ed Edilfrair, costituitesi in associazione temporanea (Ati). La richiesta di rinvio a giudizio e' stata depositata dal pubblico ministero Stefano Gallo nei confronti degli imprenditori Alfredo Zaccaria (Acmar), Gianni Frattale (Edilfrair), presidente provinciale dell'Associazione costruttori (Ance), Danilo Taddei (Taddei Spa); dell'ingegnere Aurelio Melaragni, direttore Gsa, presidente della commissione aggiudicatrice e attualmente responsabile unico del procedimento; degli ingegneri Pieralberto Properzi e Flavio Lombardi, componenti della commissione aggiudicatrice. Per quanto riguarda il settimo indagato, l'architetto Sandro Annibali, presidente della Federazione interregionale Abruzzo Molise della categoria, assistito dall'avvocato Vincenzo Calderoni, il pm ha chiesto l'archiviazione delle accuse.
Secondo le accuse formulate del pm Gallo, ci sarebbe stato un favoritismo, da parte della commissione che ha aggiudicato i lavori, verso l'associazione temporanea di imprese rispetto ad altre ditte escluse.
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