All'ospedale San Salvatore dell'Aquila si affrontano in media casi di 40 aneurismi l'anno dell'arteria carotide intracranica. I pazienti che arrivano sono spesso in condizioni assai critiche e il gioco di squadra dell'ospedale di L'Aquila, che interviene anche con anestesisti e rianimatori, diventa una prassi di lavoro assai efficace. Non a caso, e non di rado, centri di altre regioni preferiscono affidarsi al reparto neurochirurgia del San Salvatore, diretto dal professor Renato Galzio, che lavora sempre in collaborazione con la radiologia interventistica, affidata ad Aldo Victor Giordano: il San Salvatore di L'Aquila e' l'unico ospedale d'Abruzzo in cui sono presenti sia l'unita' operativa complessa di neurochirurgia sia l'unita' operativa complessa di neuroradiologia. Che la neurochirurgia aquilana goda di un largo credito lo conferma una volta di piu' la ribalta che le e' stata affidata in occasione del convegno 'Campo base neuro vascolare', in programma a Firenze dal 28 settembre al primo ottobre. Nella citta' fiorentina, insieme ad altri 4 centri di eccellenza italiani, la neurochirurgia aquilana, tramite il prof. Galzio, unico abruzzese invitato, e' stata chiamata ad arricchire le conoscenze della branca sui trattamenti degli aneurismi del sifone della carotide. Il 30 settembre, all'interno di un novero di studiosi di primissimo piano, provenienti da Francia, Stati Uniti e Turchia, Galzio illustrera' l'attivita' maturata in tanti anni di gestione degli aneurismi del tratto intracranico della carotide. "Sono trattamenti - spiega Galzio, che vanta oltre 7.000 interventi nella sua carriera - che richiedono un'alta specialita' e una grande esperienza, ragion per cui spesso ci vengono affidati da strutture sanitarie che si trovano lontano dall'Aquila. L'efficacia degli interventi dipende anche dalla possibilita' di interagire con la neuroradiologia interventistica. La nostra attivita' riguarda sia interventi di urgenza, con arterie rotte, sia di elezione". Come attivita' complessiva ogni anno il reparto esegue 500 interventi di chirurgia cranica, di cui il 35% su pazienti provenienti da altre region
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