"La sentenza di primo grado sulla Sanitopoli non ha tenuta logica, e' un campionario stupefacente di insensatezze. Il tribunale e' guidato da una convinzione preventiva, quella di trovarsi di fronte a fatti corruttivi gravissimi e di doverla punire". Cosi' l'avvocato Giandomenico Caiazza, uno dei legali che assistono l'ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, nel corso della sua durissima arringa difensiva al processo di secondo grado in corso presso la Corte d'Appello dell'Aquila sull'inchiesta Sanitopoli.
"Questa e' una Giunta che doveva essere fatta fuori perche' operava con danno gravissimo alle operazioni illegittime di alcune cliniche private. Abbiamo vite distrutte, una reputazione politica, quella di Ottaviano Del Turco, distrutta dopo decenni di vita pubblica. Su di lui si e' abbattuto un ciclone, paga i veri poteri forti di questo Paese". Cosi' l'avvocato Giandomenico Caiazza ha concluso la sua arringa difensiva di oltre 4 ore al processo d'Appello sulla "Sanitopoli" abruzzese che nel 2008 porto' all'arresto dell'allora presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, e di altri assessori. "Qualunque sia la ragione questa vicenda e' un'enormita' che non puo' sopravvivere a se stessa, e va ricondotta alla normalita', per questo chiedo l'assoluzione per Del Turco perche' i fatti non sussistono", ha concluso Caiazza, chiedendo l'annullamento della condanna di primo grado a 9 anni e 6 mesi di reclusione. Il sostituto procuratore generale Ettore Picardi aveva chiesto invece la riduzione a 6 anni e 6 mesi. Nell'ultima parte del suo intervento difensivo, Caiazza si e' soffermato sui tanti viaggi che Vincenzo Angelini, ex patron di Villa Pini, ha asserito di avere fatto fino a Collelongo, paese di origine e residenza di Del Turco, per le presunte dazioni di denaro che hanno portato alle accuse di corruzione. "Controllando tutti i Telepass e' venuto fuori che Angelini e' uno stalker, ci sono 64 viaggi tra il 2004 e il 2007, e 17 volte prima che iniziassero le dazioni - ha evidenziato - Nonostante la sentenza dica che i viaggi confermano i prelievi, non ce n'e' neanche uno nello stesso giorno del prelievo. Dicendo che Cesarone gli diceva quando prelevare e quando consegnare, Angelini si svincola dall'obbligo di dover costruire un riscontro". Angelini dice di se stesso: non e' che ho preso a caso 10 viaggi e li ho 'schiaffati' a carico di Del Turco, e' una excusatio non petita, e' esattamente quello che ha fatto". E ancora sulla famosa foto delle mele che Del Turco avrebbe dato ad Angelini per inserirle al posto dei soldi nella busta che portava con se', in modo da non insospettire l'autista: "La caratteristica di tutte le prove fotografiche di questo processo e' che non ce n'e' una che si veda - e' sbottato Caiazza - Del Turco secondo loro si pone il problema della presenza dell'autista solo il 2 novembre, proprio quando Angelini ha scattato la fotografia". Come elementi per vanificare l'attendibilita' della foto, il legale ha evidenziato che "la busta e' diversa da quella iniziale" mentre "le foto successive a quella delle mele sono state scattate nell'ottobre 2006 a un cantiere di Villa Pini come ricostruito dalle nostre perizie. Insomma, La vicenda del 2 novembre e' la prova definitiva del mendacio di Angelini contro Del Turco", ha concluso.
"Perche' l'inchiesta Sanitopoli e' stata solo contro Vincenzo Angelini e non su tutte le cliniche? La matrice del processo e' viziata dalla posizione di Angelini che cerca di uscire indenne dalla situazione. Ma Angelini non e' attendibile". Cosi' l'avvocato Giuliano Milia, difensore di alcuni imputati nel processo d'Appello, all'Aquila, sulla Sanitopoli abruzzese. Dopo il suo intervento in difesa di Del Turco, condannato a 9 anni e 6 mesi in primo grado e per il quale sono stati chiesti 6 anni in Appello, e degli altri suoi assistiti, gli imputati Lamberto Quarta, Sabatino Aracu e Silvio Cirone, l'arringa di Marco Femminella, legale di Camillo Cesarone, ha concluso questa udienza. I prossimi appuntamenti in aula saranno il 13 novembre per le eventuali repliche dell'accusa e controrepliche, mentre il 20 novembre e' prevista la sentenza. Su Quarta, Milia ha evidenziato come "la lettura della sentenza dimostri che non e' individuato un ruolo che abbia definito un comportamento capace di inserirsi attivita' arbitrarie contestate". Anche Femminella si e' concentrato sulla figura di Angelini: "e' Nicola Trifuoggi - ha detto il legale in riferimento all'allora procuratore capo di Pescara, oggi vice sindaco dell'Aquila - a fargli i nomi dei cosiddetti predestinati, quando e' stato fatto il nome di Aracu ha smentito di averlo pagato salvo poi confermarlo". Il legale di Cesarone, condannato a 9 anni in primo grado, ha anche evidenziato "il clima difficile in cui si e' celebrato il processo di primo grado". Sempre sulle foto scattate da Angelini per documentare le presunte dazioni di denaro, "c'e' una foto che e' stata datata il 9 novembre 2007. Nell'immagine c'e' il sole, ma controllando il sito Meteomont c'erano temporali forti e poi se Angelini va a casa di Cesarone, perche' Del Turco lo dovrebbe ricevere a casa sua?". Passaggio anche sugli orologi additati come prove di corruttela. "Ci si e' attaccati agli orologi ed a un viaggio in Grecia da 1.500 mila euro. Non c'era nulla, si e' cercato di trovarlo sugli orologi, ma in gran parte erano stati acquistati prima al fatto. Cercare i soldi a 360 gradi e non trovarli ha un significato". (
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