"Aveva manifestato l'intenzione di andare a combattere in Siria, plaudiva alle azioni dell'Isis ed aveva abbracciato la Jihad", il cittadino di marocchino 37enne, residente a Chieti e da dieci anni in Italia, ieri sera rimpatriato immediatamente dopo un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale del ministro dell'Interno Angelino Alfano, per motivi di prevenzione al terrorismo. Lo hanno spiegato in una conferenza stampa il Questore di Chieti Vincenzo Feltrinelli, il dirigente Digos Chieti Patrizia Traversa e il dirigente dell'ufficio stranieri Stefania Fasoli. Nell'incontro con i giornalisti, e' stato spiegato che l'uomo e' stato prelevato ieri dalla sua abitazione, dove sono rimasti moglie e due figli nati nel 2014 e nel 2015, dagli uomini della Digos della Questura di Chieti e, al momento dell'operazione, e' apparso tranquillo. Il marocchino, che come spiegato dal Dirigente della Digos, e' stato responsabile del centro di preghiera islamica di Fara Filiorum Petri, piccolo comune pedemontano del Chietino, uno dei quattro centri attivi in provincia di Chieti , nonostante la lunga permanenza in Italia secondo gli investigatori non si era inserito nel contesto di riferimento. Al momento, e' stato spiegato, l'uomo che da una decina di mesi non era piu' responsabile del centro di preghiera, era in attesa di un permesso di soggiorno per motivi di salute, avendo un bambino piccolo. "Dopo gli attentati di Charlie Hebdo a Parigi abbiamo a livello generale alzato l'attenzione su tutte le comunita' e i luoghi di aggregazione delle comunita' islamiche presenti sul territorio nazionale quindi i centri di preghiera, le moschee piuttosto che i centri culturali - ha detto la dirigente della Digos di Chieti - Facendo un lavoro di informazione e di osservazione capillare per cercare di captare qualsiasi segnale che appunto possa far pensare che i soggetti appartenenti alla comunita' islamica possano intraprendere processi di radicalizzazione o di estremizzazione, come e' stato nel caso del cittadino marocchino che e' stato espulso''.
Nel caso del marocchino 37enne residente a Chieti ed espulso ieri, l'indagine svolta dalla Digos e coordinata dal direzione distrettuale antimafia di L'Aquila, in raccordo con la direzione centrale della polizia di prevenzione, pur non raggiungendo evidenze investigative tali da far scattare un provvedimento giudiziario, ha tuttavia fatto emergere la radicalita' dell'uomo, oltre ai contatti e le possibili vicinanze ad altri soggetti gia' conosciuti per il loro orientamento radicale e di forte chiusura nei confronti del mondo occidentale. Tutti i riscontri fatti, come reso noto dalla Questura di Chieti , sono stati documentati ed hanno fatto parte di un rapporto inviato alla direzione centrale della polizia di prevenzione che, con altri dati, compresa la sua veste di predicatore nei centri islamici e quindi la possibilita' di diffondere la sue idee, ha fatto scaturire la richiesta di espulsione dal territorio italiano per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato.
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