Una vita interrotta bruscamente a 50 anni, per un grave problema cerebrale, si e' conclusa con un grande atto di generosita': la donazione di fegato, reni e cornee. E' quanto e' accaduto a un uomo residente in un centro del Vastese che, nei giorni scorsi, era stato colpito da ictus cerebrale. Immediatamente soccorso e trasportato alla stroke unit dell'Ospedale di Lanciano per le terapie del caso, si era aggravato gia' durante lo stesso ricovero in seguito a un nuovo episodio emorragico, al punto da rendersi necessario il trasferimento in Rianimazione a Vasto. Nei successivi tre giorni i medici avevano constatato un progressivo peggioramento delle condizioni del paziente, fino alla constatazione della morte cerebrale. E' stato in quel momento che i famigliari hanno deciso di donare gli organi. Cosi' e' stata avviata la procedura per l' espianto con il periodo di osservazione che si e' concluso nella serata di ieri. A seguire tutte le fasi dell'intervento e' stato il coordinatore locale trapianti, il dottor Walter Di Laudo, con il supporto del coordinatore infermieristico Cosimo Pizzuto. E' stata subito attrezzata la sala operatoria, dove l'espianto si e' protratto dalle ore 19 fino all'1.30 di notte. Gli organi sono stati destinati all'Ospedale dell'Aquila, che ha ricevuto reni e cornee, mentre il fegato e' stato trasportato presso un ospedale di Roma. "Situazioni di questo genere - sottolinea il direttore dell' unita' operativa di Anestesia e rianimazione dell'Ospedale di Vasto, Francesco Amato - coinvolgono diverse professionalita' e unita' operative e, se un espianto va a buon fine, lo si deve alla collaborazione e alla mobilitazione di tutti gli operatori. E' giusto, percio', esprimere un doveroso apprezzamento nei confronti di quanti, a vario titolo, si sono resi disponibili a prestare la loro preziosa collaborazione. Altrettanto doveroso e' sottolineare la nobilta' d'animo dei famigliari dell'uomo che, in una circostanza cosi' drammatica, hanno avuto la lucidita' e la generosita' di pensare ad altri malati, ai quali gli organi del loro congiunto potranno restituire una speranza di vita"
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