E' prevista per oggi pomeriggio la decisione del gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, sulla richiesta di rinvio a giudizio a carico di Mirko Giancaterino, 37 anni, pregiudicato e tossicodipendente, accusato dell'omicidio di Gabriele Giammarino, 80 anni, ex maresciallo dell'areonautica, trovato morto il 13 settembre scorso nella sua abitazione di via Bernardo Castiglione, a Penne. Giancaterino, rinchiuso da 9 mesi nel carcere San Donato, e' accusato dal pm Mirvana Di Serio di omicidio volontario con l'aggravante della crudelta' e di incendio doloso. Nel corso dell'udienza di questa mattina il gup ha respinto le richieste di incidente probatorio avanzate dall'avvocato Melania Navelli, difensore di Giancaterino. Nello specifico, la prima richiesta mirava ad accertare la capacita' di intendere e volere al momento dei fatti del presunto omicida.
La seconda, invece, era finalizzata all'espletamento dell'esperimento giudiziale per ricostruire la dinamica del delitto e, in particolare, per accertare la direzione degli schizzi di sangue. L'imputato, oggi presente in Aula, ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee. "Sono un tossicodipendente - ha detto - ma non sono un assassino. Mi fa arrabbiare che sia stato rifiutato l'incidente probatorio che avrebbe potuto contribuire a scoprire la verità".
Secondo l'accusa, il 37enne, avrebbe colpito l'ex maresciallo con violenti pugni e 26 coltellate (23 al volto e alla testa e 3 agli arti superiori) riducendolo in fin di vita e poi avrebbe "appiccato il fuoco al materasso posizionato sopra il corpo di Giammarino". Secondo l'avvocato Navelli, pero', non sono sufficienti le tracce di sangue (compatibili al 100 per cento con il dna della vittima) rivenute sulla parte esterna delle scarpe di Giancaterino e sulla parte posteriore del pantalone dell'imputato (compatibili invece al 50 per cento con il dna del pensionato), a stabilire la dinamica dell'omicidio e a provare la colpevolezza del 37enne. Secondo il pm, invece, Giancaterino, che avrebbe agito per derubare la vittima, e' l'autore del delitto e a riprova di questa tesi ha fatto riferimento al sangue rivenuto sugli indumenti del presunto omicida e i video registrati dalla telecamera di una tabaccheria vicino a casa dell'ex maresciallo. L'imputato e' stato filmato alle 6.42, mentre entrava nel vicolo che conduce a casa di Giammarino, e poi alle 7.18, mentre tornava indietro di corsa. La difesa contesta anche il movente in quanto "non esiste prova della sottrazione di soldi". Le parti offese, la sorella della vittima, Pasqualina Giammarino, e i due nipoti dell'ex maresciallo, sono rappresentate dall'avvocato Federico Squartecchia.
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