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Pubblicato il 01/12/2015 09:09

Pacentro, un progetto innovativo per la scuola

 Una scuola che deve diventare l'Agora' del paese, un luogo di studio, di incontro e socializzazione in una zona incontaminata dove si respira bellezza e poesia. Non nasconde il vero obiettivo di questo suo progetto l'architetto Mario Cucinella; un progetto semplice e rivoluzionario al tempo stesso, nato in un percorso affrontato con la comunita' che l'ha pensato e cosi' l'ha voluto. "E' vero che le scuole le progettano gli architetti, ma le facciamo per gli altri, quindi bisogna che nasca questa complicita' con la comunita', perche' la scuola e' la loro, loro ci andranno tutti i giorni, saranno loro che vi svolgeranno la loro vita. Anche storicamente e' sempre stato cosi'". Cucinella racconta l'avventura che l'ha portato a realizzare il progetto pilota della scuola di Pacentro, promosso dal Comune e dall'Ufficio Speciale per la ricostruzione dei Comuni del Cratere (Usrc).

"L'architettura e' qualcosa che ha rappresentato una comunita'. Non e' mai piovuta dall'alto: guardate il centro storico di Pacentro, non l'ha fatto un architetto, l'hanno fatto i cittadini che avevano l'idea di costruire bellezza, perche' la bellezza rappresentava la loro comunita'. Riprendiamo quindi un discorso e oggi, a Pacentro, presentiamo una scuola fatta con i bambini, giocando con loro e loro con noi. Una scuola nata dalle domande anche legittime che hanno le famiglie, i bambini, gli insegnanti". Secondo Cucinella la scuola deve rispondere a queste domande. "Le scuole devono funzionare da scuola, ma devono anche rappresentare un'innovazione. E questo lo facciamo con un percorso condiviso, senza rinunciare all'architettura, al nostro lavoro, perche' si tratta di un percorso di arricchimento. Alla fine abbiamo costruito un edificio che rappresenta anche le ambizioni, i desideri e i sogni di una comunita'. Questo mi sembra sia il ruolo dell'architettura, il ruolo di un architetto". La scuola di Pacentro nasce con un'idea molto semplice, in un ambito rurale lontano dai grandi centri, quindi come strumento per fare piu' cose, spiega Cucinella. "Le classi che si possono fondere, le pareti che si possono spostare per ospitare piu' o meno bambini. Una scuola che e' attorno a una piazza interna utilizzata sia dai bambini per attivita' artistiche, ma anche per incontri con la collettivita' che si ritrova nella scuola per confrontarsi, assistere a spettacoli e per attivita' collaterali, perche' quel luogo rappresenta anche i bisogni di una comunita' che vanno oltre il puro insegnamento". Insomma una scuola a tutto tondo, "e' questo il senso pubblico che dovrebbe avere una scuola. Quindi la scuola e' un cerchio con in mezzo una piazza e intorno a questa piazza ci sono le aule. E poi c'e' sopra un disco che e' un tetto bianco, pulito, semplice con tanti fori bianchi per permettere di fare entrare la luce".

 

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