Ammonta a complessivi 25,6 milioni di euro il risarcimento danni chiesto oggi dal ministero dell'Ambiente al processo iniziato davanti al giudice Andrea Belli per la vicenda dei 12 depuratori sequestrati il 28 aprile 2015 in sette comuni aderenti alla Sasi di Lanciano, l'ente gestore idrico e fognario. Imputati di reato ambientale Domenico Scutti, presidente Sasi, e Alfiero Marcotullio, di Serramonacesca, amministratore della Ecoesse societa' che aveva l'appalto per controllare gli impianti di Atessa, Bomba, Quadri. I sistemi di depurazione hanno riguardato al sequestro anche di impianti a Lanciano Treglio, Santa Maria Imbaro, Rocca S. Giovanni.
Il provvedimento cautelare del gip Massimo Canosa, richiesta dal procuratore Francesco Menditto, permane tutt'ora. In merito ai danni chiesti dal ministero l'avvocatura dello Stato ha precisato ha precisato che 12,8 milioni di euro sono per i danni patrimoniali e altri 12,8 per l'immagine. Al processo sono parti offese i comuni di Lanciano, Quadri, Rocca S. Giovanni, Treglio Atessa e Civitalupparella. Il procuratore Menditto ha riferito in aula che i suoi esperti, i periti chimici napoletani Moscariello e Di Martino, stanno verificando se il cronoprogramma Sasi per rimettere a norma i depuratori, anche con nuovi impianti, sono in linea con le norme. I periti saranno sentiti il 22 settembre.
L'inchiesta e' partita nel novembre 2012, allorquando vennero controllati un centinaio di impianti di depurazione e vasche Imhoff in 48 comuni di competenza della procura frentana.
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