Nei mesi scorsi la Chiesa aquilana avrebbe messo in atto un'azione per ottenere direttamente dalla presidenza del Consiglio dei ministri l'emanazione di un decreto che "promuovesse" la Curia arcivescovile aquilana, ente morale privato, al ruolo di soggetto attuatore, ossia di istituzione che ha la responsabilita' di appaltare finanziamenti pubblici. Questo quanto emergerebbe da un documento che farebbe parte del copioso materiale relativo alla nuova inchiesta della procura della Repubblica dell'Aquila sulla ricostruzione, questa volta sui principali lavori di recupero di beni culturali e religiosi nel "cratere" del terremoto, per vicende anche collegate tra loro.
Secondo quanto si e' potuto apprendere in ambienti giudiziari, l'iniziativa - rimasta uffcialmnente senza seguito - sarebbe partita dal vescovo ausiliare, monsignor Giovanni D'Ercole, non indagato, al quale il nuovo arcivescovo dell'Aquila, monsignor Giuseppe Petrocchi, insediatosi al posto di monsignor Giuseppe Molinari nello scorso mese di luglio, avrebbe demandato la gestione della ricostruzione. Coinvolte nella nuova indagine con gravi ipotesi di reato, tra cui corruzione e turbativa d'asta, per ora, 11 persone tra le quali faccendieri e professionisti che gravitano nel mondo curiale aquilano, dirigenti e dipendenti dei beni culturali, un prelato e alcuni imprenditori. Le indagini potrebbero avere una ulteriore svolta con l'aggravamento della posizione per alcuni degli indagati.
Tra le 11 persone indagate, l'ex vice commissario per la Tutela dei beni culturali Luciano Marchetti, ex alto dirigente dello Stato in pensione, che ha gestito i numerosi appalti nel corso dell'emergenza post terremoto. suo figlio Filippo, ingegnere; Alessandra Mancinelli, funzionario della direzione regionale per l'Abruzzo del ministero dei Beni culturali; Vincenzo Altorio, detto Enzo, giornalista, titolare di un'azienda editoriale che ha stampato alcuni libri sul post-sisma; Massimo Vinci, imprenditore originario di Siracusa ma che negli ultimi anni si e' stabilito nell'Aquilano, a San Demetrio. Gli ultimi tre hanno subito perquisizioni domiciliari. Poi, don Daniele Pinton, parroco di Santa Maria del Suffragio (delle Anime Sante) e stretto collaboratore del precedente arcivescovo monsignor Giuseppe Molinari.
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