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HOME » CRONACA » RIMBORSOPOLI, CHIESTO IL PROCESSO PER L'EX PRESIDENTE CHIODI
Pubblicato il 28/09/2016 16:04

Rimborsopoli, chiesto il processo per l'ex presidente Chiodi

E' stato chiesto il rinvio a giudizio per l'ex presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, per l'ex vicepresidente della giunta, Alfredo Castiglione e per l'ex assessore all'Istruzione Paolo Gatti, accusati a vario titolo dalla Procura di Roma di peculato e truffa aggravata per l'utilizzo improprio della carta di credito regionale utilizzata per spese indebite di vitto e alloggio in occasione di missioni e trasferte nella Capitale. I fatti contestati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Laura Condemi, che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio, risalgono al periodo che va dal 2009 al 2011. Il peculato e' ipotizzato nei casi di utilizzo della carta di credito per fini non istituzionali mentre la truffa aggravata e' stata contestata in relazione al periodo iniziale della consiliatura quando Giunta e assessori anticipavano le spese e quindi i rimborsi erano a debito. 

L'archiviazione per il reato di abuso e' stata sollecitata dai pm al gip. Secondo i magistrati di piazzale Clodio c'era un utilizzo improprio della carta di credito, riferito a numerosi episodi per importi che, complessivamente, si aggirano intorno ad alcune migliaia di euro. L'inchiesta era partita a Pescara e poi, per competenza, finita in parte anche a Roma. 

''Fatta la premessa che mi vengono contestati 660 euro in 5 anni, non credo che sia stata gia' firmata la richiesta di rinvio a giudizio, anche se non metto in dubbio che verra' effettuata. Lo dico perche' mesi fa ho chiesto ai termini del 415 bis di essere ascoltato dai pm romani''. L'ex presidente della Giunta regionale Abruzzo Gianni Chiodi ribatte cosi' alle notizie che giungono dalla procura della Capitale sul suo rinvio a giudizio in relazione all'inchiesta dei carabinieri di Pescara sulla Rimborsopoli. ''Aspetto una loro convocazione - insiste - dopo che il procedimento in questi anni prima da Pescara e' stato dirottato a Roma, poi e' andato all'Aquila e da qui di nuovo a Roma. Nel frattempo sono cadute tante cose, tipo il biglietto aereo che io ho pagato, non la Regione. Insomma, non ci sono ne' mutande verdi ne' questioni personali in questa vicenda''.

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