Si e' conclusa con un rinvio al 25 novembre l'udienza preliminare relativa all'inchiesta Dirty Soccer, che questa mattina ha visto comparire davanti al gup di Catanzaro i 62 imputati del filone principale che nell'estate del 2015 travolse il calcio italiano, costando tra l'altro al Teramo calcio la revoca del titolo per la serie B. Nel corso dell'udienza, infatti, parte delle difese tra cui quelle dell'allora ds dell'Aquila calcio Ercole Di Nicola (rappresentato dall'avvocato Libera D'Amelio) e del patron del Teramo Luciano Campitelli, ha presentato per l'ennesima volta un'eccezione di incompetenza territoriale su cui il gup si e' riservato di decidere rinviando tutto al 25 novembre. Data in cui saranno incardinate anche eventuali richieste di riti alternativi. A rischiare il processo, tra gli altri, proprio il patron del Teramo che con Di Nicola, Marcello Di Giuseppe (all'epoca ds del Teramo), Marco Barghigiani (all'epoca ds del Savona), Giuliano Pesce (allora collaboratore tecnico del Parma) e Davide Matteini, (all'epoca calciatore del San Paolo Padova), deve rispondere di concorso in frode sportiva con l'accusa di aver operato per alterate il risultato della partita Savona- Teramo, che consegno' al Teramo la serie B con una giornata d'anticipo sulla fine del campionato. Accusa che la Procura contestava anche a Ninni Corda, all'epoca allenatore del Barletta, che ha definito la propria posizione separatamente. Ad Ercole Di Nicola, inoltre, la Procura continua a contestare l'associazione per delinquere.
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