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Pubblicato il 23/07/2016 11:11

Sentiero asfaltato nel Parco d'Abruzzo, due indagati

Distruzione e deturpamento di bellezze naturali e violazione del codice sui beni culturali e del paesaggio: sono queste le ipotesi di reato che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avezzano avrebbe iscritto a carico dei committenti e degli esecutori dei lavori nel quadro dell'inchiesta sulla realizzazione del manto di asfalto sulla strada sterrata, realizzata dal comune di Villavallelonga, in territorio del parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.

Per il momento gli indagati sarebbero due: il responsabile dell'ufficio tecnico del comune di Villavallelonga e il direttore dei lavori. La Procura della Repubblica ha iniziato gli accertamenti: al vaglio ci sono i documenti riguardanti il progetto della strada, l'approvazione della Regione, i nulla-osta concessi inizialmente dall'Ente Parco nazionale, le valutazioni di impatto ambientale e le prescrizioni che lo stesso Parco azionale aveva richiesto al comune. In particolare il Parco aveva prescritto che il manto stradale si bloccasse al fontanile alla base delle valli "Cervara" e "Tasseto". In realta' la lingua d'asfalto e' stata portata fino al fontanile dell'Aceretta, poco dopo l'omonimo rifugio.

L'inchiesta, condotta la pm Savelli, e' solo alle prime battute ed ha preso le mosse dalla denuncia dell'Ente Parco che, inizialmente, aveva intimato al comune di Villavallelonga di bloccare i lavori e la rimozione dell'asfalto nell'ultimo tratto verso l'Aceretta, ossia per circa due chilometri. 

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