Con la costituzione delle parti si e' aperto, e poi rinviato, in Corte d'Appello all'Aquila, il processo sulla cosiddetta Sanitopoli abruzzese che nel 2008 fece cadere l'allora Giunta regionale di centrosinistra guidata dall'ex ministro e presidente della commissione Antimafia Ottaviano Del Turco oggi presente in Aula; a lui, il 22 luglio del 2013, il tribunale collegiale di Pescara inflisse la condanna piu' pesante: 9 anni e sei mesi per i reati di associazione per delinquere, corruzione, concussione, tentata concussione e falso. A presiedere la Corte e' il giudice Luigi Catelli. All'udienza odierna seguiranno quelle gia' in calendario: il 30 settembre, il 9 e 10 ottobre e successivamente il venerdi' e il sabato di ogni settimana. La sentenza, con ogni probabilita', e' prevista per fine anno.
Intanto stamane diversi avvocati difensori, prima dell'avvio del processo, hanno chiesto che le udienze si possano svolgere in una sala piu' ampia di quella della struttura sede della Corte d'Appello dell'Aquila. In particolare, l'istanza e' stata formulata al procuratore generale, Ettore Picardi. Tra le ipotesi alternative si e' formulata quella di uno spazio nel tribunale di via XX settembre, la struttura danneggiata dal sisma del 2009 recentemente riattivata dopo il restauro. Il collegio ha deciso di autorizzare la presenza in aula dei giornalisti e delle telecamere. Tra gli altri imputati presenti stamane in udienza l'ex direttore generale della Asl di Chieti Luigi Conga e l'ex assessore regionale alla Sanita' Bernardo Mazzocca
Oltre a Del Turco (gia' segretario del Psi tra il 1993 e il 1994 ed anche ministro delle Finanze durante il secondo governo Amato, 2000-2001, quindi parlamentare europeo prima di diventare presidente della Regione Abruzzo con la coalizione dell'Ulivo nelle elezioni del 3 e 4 aprile 2005, elezione per la quale lascio' l'incarico di Strasburgo), sono coinvolti nel procedimento Lamberto Quarta, ex segretario generale dell'ufficio di presidenza della Regione, e l'ex capogruppo regionale del Pd Camillo Cesarone, condannati in primo grado rispettivamente a 6 anni e 6 mesi e a 9 anni. L'appello, inoltre, riguarda anche l'ex patron della clinica Villa Pini di Chieti, Vincenzo Angelini, condannato dal Tribunale di Pescara a 3 anni e sei mesi; l'ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga (9 anni); l'ex parlamentare di Forza italia Sabatino Aracu (4 anni); l'ex assessore regionale Antonio Boschetti (4 anni); l'ex assessore regionale alla sanita', Bernardo Mazzocca (2 anni). La Corte d'Appello si occupera' anche di Gianluca Zelli, ex amministratore delegato Humangest, e di Angelo Bucciarelli, entrambi assolti in primo grado; Francesco Di Stanislao, ex direttore dell'agenzia sanitaria regionale, e Pierluigi Cosenza, ex presidente della commissione ispettiva permanente della Regione Abruzzo. A fare ricorso sono stati sia i pm, Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio, sia i difensori degli imputati. I motivi del ricorso dei pm sono contenuti in 40 pagine. Nello specifico, per quanto riguarda Del Turco, Quarta e Cesarone, la procura ha fatto appello relativamente alla riqualificazione del reato di concussione in corruzione. I pm hanno fatto appello anche sull'entita' della condanne emesse dal Tribunale. Il difensore dell'ex governatore, l'avvocato Giandomenico Caiazza, nel suo appello sostiene che: "le dazioni di denaro non risultano supportate da alcuna prova diretta diversa dalle dichiarazioni accusatorie di Angelini. Non esistono dunque in atti prove dirette delle dazioni, ma solo indizi dai quali la sentenza ha preteso di desumere elementi utili a riscontrare le dichiarazioni di Angelini circa le materiali dazioni di denaro". Ad accusare Del Turco l'ex titolare della clinica privata Villa Pini, Vincenzo Angelini, imputato e allo stesso tempo parte offesa nel processo, che nel 2008 in sette interrogatori fiume rivelo' ai magistrati di aver pagato tangenti per un totale di circa 15 milioni di euro ad alcuni amministratori regionali in cambio di favori. Nello specifico, Del Turco e' accusato insieme a Camillo Cesarone e a Lamberto Quarta di aver intascato 'mazzette' per cinque milioni e 800 mila euro. Per questa vicenda fu arrestato il 14 luglio 2008 insieme ad altre nove persone.
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