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Pubblicato il 13/10/2016 21:09

Sisma L'Aquila,7 arresti per corruzione nella ricostruzione

Vasta operazione del corpo forestale dello Stato con numerosi arresti, sequestri di denaro ed immobili, perquisizioni in provincia di Perugia e Pescara. I reati sono associazione a delinquere, corruzione, concussione, turbativa d'asta e falso in atto pubblico nell'ambito delle opere di ricostruzione post sisma 2009 nell'aquilano. 

Gli arrestati sono pubblici ufficiali, tecnici progettisti ed imprenditori residenti nei Comuni Perugia, Gubbio, Assisi, Pescara, Popoli e Bussi sul Tirino. Sequestrati 330.929,63 ritenuti profitto del reato di corruzione.  Le indagini hanno preso il via dalle dichiarazioni di un imprenditore umbro, aggiudicatario di tre appalti per la ricostruzione degli aggregati edilizi nel comune di Bussi sul Tirino per un valore pari ad 8 milioni di euro a cui il direttore dei lavori avrebbe richiesto la corresponsione di una tangente in denaro di 960mila euro, pari al valore del 12 % degli appalti al fine di dividerla con altri tecnici coinvolti. Grazie alle dichiarazioni dell'imprenditore e alle successive indagini della Forestale attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni presso le sedi umbre delle societa' di costruzione, acquisizioni documentali presso gli Uffici Tecnici della ricostruzione del cratere aquilano, e informazioni testimoniali di quanti a conoscenza dei fatti, e' emersa l'esistenza presunta di un piano (definito Piano Abruzzo dagli stessi indagati nelle loro comunicazioni interne) e finalizzato a gestire in modo unitario e sistematizzato l'attivita' della ricostruzione degli edifici interessati dal sisma del 2009. 

Il sistema si sarebbe basato sul previo accaparramento degli incarichi di progettazione degli aggregati edilizi del cratere, in maniera da acquisire una indebita posizione di monopolio degli affidamenti dei lavori, e cio' per il tramite della corruzione di pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio (tecnici dei consorzi privati aventi diritto alla ricostruzione finanziata dallo Stato), costringendo secondo gli investigatori le ditte ad erogare rilevanti somme di denaro per poter accedere al mercato degli appalti della ricostruzione, agevolati dalla totale contribuzione pubblica.

Il buon esito dell'istruttoria per la richiesta del contributo veniva garantito dal responsabile dell'Ufficio Tecnico della Ricostruzione n. 5 del cratere aquilano che, come contropartita della vendita degli atti del proprio ufficio, otteneva la promessa della corresponsione di rilevanti somme di denaro (importi pari al 5% del valore degli appalti per un importo di circa 29 milioni di euro) oltre alla corresponsione di utilita' come lavori edili gratuiti presso un'abitazione di proprieta', la disponibilita' di un'autovettura e l'assunzione di un famigliare presso una ditta affidataria dei lavori.

Le dichiarazioni di un altro imprenditore umbro, che ha gia' presentato richiesta di patteggiamento della pena, hanno portato alla scoperta del distacco di un pubblico ufficiale all'Ufficio tecnico del Comune di Bugnara, che avrebbe tentato - secondo quanto riferito dagli inquirenti -  di turbare la gara pubblica per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di ricostruzione ex novo della scuola elementare e materna 'Clemente', ottenendo la somma di 10 mila in contanti e la promessa di ulteriori 130 mila euro da erogarsi in base ai vari SAL. 

C'e' anche la casa natale dello scrittore Ignazio Silone a Pescina  tra gli edifici finiti nel mirino degli inquirenti nell'inchiesta del Corpo Forestale dello stato. Casa Silone entra nell' indagine in relazione a due indagati, che secondo quanto si legge nell'ordinanza del Gip Sarandrea erano al centro, con altri, di un sistema consortile che distribuiva le opere di ricostruzione e ''la progettazione direzione e realizzazione delle opere ammesse a finanziamento pubblico a cui partecipavano le ditte poi divenuta appaltatrici  che per il solo fatto dell'adesione venivano indotte a pagare l'importo pari al 17% -20% del valore delle commesse somma che in parte andava destinata al pagamento corruttivo di altri''. Nel caso della casa di Silone, importo 700 mila euro, l' accusa e' quella di aver agito ''in concorso tra loro'' per porre ''in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere legali rappresentanti di altre societa' a cedere il proprio credito verso i committenti'', come si legge nell'ordinanza. Un imprenditore ha confessato di aver pagato una tangente di 10 mila euro ''al fine di ricevere copia del bando di gara prima della pubblicazione ufficiale nonche' il progetto preliminare dei lavori al fine di elaborare preventivamente le proposte migliorative e aggiudicarsi la gara per la ristrutturazione della scuola''. L'imprenditore non verra' avvertito del bando e perdera' la possibilita' di parteciparvi.

I fatti contestati dal Gip di Pescara Gianluca Sarandrea vanno dall'ottobre 2011 all'aprile 2015. Il Gip ha disposto gli arresti ai domiciliari per sette indagati nell'inchiesta della Forestale. Si tratta di imprenditori, funzionari pubblici e liberi professionisti. L'ordinanza prevede anche il sequestro preventivo di fondi in disponibilita' degli arrestati.

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