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Pubblicato il 30/01/2014 23:11

Slavina sul Gran Sasso, lo sciatore aquilano non ce l'ha fatta

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 Non ce l'ha fatta Mario Celli. Il ginecologo di 32 anni dell'Aquila travolto l'altro ieri da una slavina a Campo Imperatore e' morto all'ospdedale 'Mazzini' di Teramo dove era stato subito trasferito dopo essere stato rianimato sul posto dai soccorritori. Una enorme coltre nevosa lo aveva travolto mentre, con il fratello, scendeva in un impegnativo fuoripista nella zona dei "Valloni", in localita' Scontrone. A ritrovarlo per primo era stato proprio il fratello Paolo, grazie all'Arva (l'apparecchio per la ricerca di persone travolte da valanga) di cui entrambi erano muniti. Inizialmente si pensava che l'uomo fosse deceduto ma il 32enne era riuscito a scampare a morte certa dopo piu' di un'ora di massaggio cardiaco grazie a due medici, Gianluca Facchetti del "San salvatore" e del Cnsas e Nadia Garbuglia, del 118. Poi la corsa all'ospedale 'Mazzini' di Teramo dove Celli era stato attaccato ad uno speciale macchinario chiamato Ecmo (utilizzato per l'ossigenazione extracorporea) che permette la tecnica di supporto cardiopolmonare che si e' dimostrata efficace nel ridurre la mortalita' nei pazienti con insufficienza cardiaca e/o respiratoria acuta grave. L'ipotermia aveva raggiunto 26 gradi ma lentamente il cuore aveva ripreso a battere e la temperatura tornata normale. Tuttavia le sue condizioni si erano aggravate qualche ora dopo e gia' ieri il suo elettroencefalogramma, cosi' come stamani, dava solo flebili segni di vitalita'. Ad occuparsi del caso e' il pm David Mancini che per ora ha aperto un fascicolo contro ignoti. Bisognera' accertare cosa possa aver provocato la slavina. Il passaggio degli snowboardisti o un distacco spontaneo. I due fratelli sono figli di Silvano Celli, radiologo in pensione. A Campo Imperatore c'erano diversi cartelli che informavano del divieto di fuoripista e del pericolo valanghe ma nessuna rete di recinzione per evitare il passaggio di "audaci" sciatori.

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