I sindacati provinciali di polizia Sap, Siap, Silp, Cgil, Ugl, Coisp e Uil, esprimono piena solidarieta' "al poliziotto della Squadra Mobile di Pescara attaccato dal governatore D'Alfonso" e annunciano azioni legali e iniziative eclatanti "a tutela dell'immagine e della dignita' degli investigatori della Squadra Mobile e dell'intera polizia di Stato". "In questi giorni - scrivono in una nota congiunta - l'attenzione di alcuni mass media e' stata catturata dalla vicenda legata alla City, in particolare al trasferimento e provvedimento disciplinare a carico dell'investigatore della Squadra Mobile di Pescara, Giancarlo Pavone. Al termine di un'assemblea - presenti gli agenti della Squadra Mobile e degli altri Uffici di polizia, molti dei quali con addosso un portabadge con la scritta 'je suis Giancarlo' - i sindacati sottolineano che "come rappresentanti della totalita' del personale, a cui compete la tutela dei propri associati abbiamo preferito attendere il tempo necessario per comprendere 'la progettazione politica' della vicenda ed i suoi possibili collegamenti con i ricorsi storici verificatisi su analoghe vicende in cui, il protagonismo della politica locale, ha attuato iniziative d'ingerenza molto simili a quelle oggi in esame".
Secondo "le formali iniziative disciplinari avviate dal questore, il collega si sarebbe reso responsabile, al di fuori del servizio, 'di una condotta non conforme alla dignita' delle proprie funzioni'", ma Pavone, sostengono i sindacati, aveva "espresso una semplice critica libera, costituzionalmente garantita, per fatti di interessi pubblici (si badi bene) che nulla attengono alle indagini in corso e che rappresentano un sentimento di sfiducia verso la classe politica di questo Paese". I sindacati, quindi, "a tutela degli appartenenti all'istituzione polizia di stato" hanno deciso "di intraprendere ogni iniziativa, anche eclatante, utile a garantire la dignita' e la professionalita' dei poliziotti che, in questo momento sono attaccati strumentalmente da una certa politica che dovrebbe rimanere fuori dall'autonomia della magistratura e della polizia giudiziaria, che opera esclusivamente sotto la responsabilita' e direzione della magistratura stessa; principio di base del nostro ordinamento democratico. Dall'assemblea - concludono - e' emerso un profondo senso di abbandono da parte di quanti avrebbero dovuto prendere una posizione a tutela dell'intera Squadra Mobile. Per tale ragione, queste organizzazioni sindacali hanno deciso di valutare qualsiasi iniziativa di azione legale, a tutela dell'immagine e della dignita' degli investigatori della Squadra Mobile e dell'intera polizia di Stato".
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: