Prima udienza, nel Tribunale di Pescara, del processo sulle presunti tangenti all'Aca, che vede imputati Ezio Di Cristoforo e Lorenzo Livello, rispettivamente ex presidente e attuale direttore tecnico dell'azienda di gestione del servizio idrico, a giudizio per corruzione e turbativa d'asta in relazione a fatti che risalgono al periodo 2010-2013. Si tratta del filone principale dell'inchiesta, coordinata dal procuratore capo Federico De Siervo e dal pm Anna Rita Mantini, che ha fatto emergere un presunto sistema di tangenti e gare truccate che avrebbe condizionato anche l'appalto da un milione e 600mila euro per la manutenzione della rete fognaria di Pescara. Davanti al Tribunale collegiale, presieduto dal giudice Rossana Villani, sono sfilati sei testimoni dell'accusa, rappresentata dal pm Mantini. L'imprenditore Claudio D'Alessandro, che nell'ambito dello stesso procedimento ha scelto di patteggiare, ha confermato l'esistenza di un sistema di tangenti e gare truccate, e ha affermato di essere stato costretto a pagare per non essere escluso dall'aggiudicazione degli appalti. Antonio D'Alessandro, fratello di Claudio, ha fornito conferme in merito ad alcuni episodi specifici, mentre gli uomini del Corpo Forestale e della Polizia, citati dall'accusa per avere preso parte alle indagini, hanno chiarito diversi aspetti riguardanti conversazioni intercettate e spostamenti degli imputati. Nella prossima udienza, in programma il 13 giugno, saranno ascoltati altre sette testimoni dell'accusa.
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