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Pubblicato il 28/11/2016 21:09

Allarme di Confartigianato, imprese in fuga da Pescara

"Abbiamo piu' volte lanciato l'allarme, ma i nostri appelli sono sempre rimasti inascoltati. Ora i dati lo confermano: Pescara non e' piu' una citta' sicura. La cosa grave e' che molti dei nostri associati, demotivati e demoralizzati, stanno delocalizzando le aziende fuori regione. Siamo ormai in una citta' fantasma: strade del centro e parchi rifugio di disperati o invasi da venditori abusivi, vetrine devastate dai writers, furti e spaccate in negozi ed attivita' commerciali". Lo denunciano il presidente di Confartigianato Pescara e quello della categoria Commercio, Giancarlo Di Blasio e Massimiliano Pisani, commentando la classifica sulla qualita' della vita di Italia Oggi e Universita' La Sapienza, che colloca Pescara al 99/o posto della graduatoria nazionale (nel 2015 era al 79/o); la provincia scende addirittura alla posizione 104 su 110 per quanto riguarda la criminalita' e la 105 per il disagio sociale. Questa la ricetta degli esponenti dell'associazione: "Per prima cosa la creazione immediata di una task force da parte della Polizia municipale che affianchi le altre forze dell'ordine in una lotta capillare per combattere i fenomeni di vagabondaggio. Le aree di risulta vanno subito riqualificate, a partire dalla modifica del nome, che dovrebbe diventare 'parco dell'Adriatico'. Bisogna rifare il manto stradale e modificare l'illuminazione. E' necessario lavorare bene anche sull'aeroporto, non solo con azioni finalizzate ad implementare i collegamenti aerei, ma anche valorizzando le aree circostanti, oggi in stato di abbandono. In gioco - concludono i presidente di Confartigianato e Confartigianato Commercio Pescara - c'e' la qualita' della nostra vita e dei nostri figli. Solo dopo aver risolto queste criticita' potremo tornare a parlare di piani marketing, turistici e industriali".

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