L'export tiene, cala la ripresa dell'attività produttiva, e l'occupazione rallenta. Sono questi i dati più importanti emersi dal Rapporto, presentato stamane a L'Aquila, "L'economia dell'Abruzzo" a cura della Banca d'Italia. Al pari di quanto registrato per l'intera nazione, la ripresa dell'attivita' produttiva registrata a partire dal 2010 ha progressivamente perso slancio nel corso del 2011, in relazione al rallentamento dell'economia mondiale e all'acuirsi della crisi dei debiti sovrani in Europa. Nella media dell'anno, la produzione industriale ha continuato a espandersi, pur se a un ritmo inferiore a quello dell'anno precedente, grazie alla tenuta dell'export nei principali settori di specializzazione.Il dato emerge . Le vendite all'estero sono cresciute del 14,7%, trainate soprattutto dal settore dei mezzi di trasporto, che ha determinato oltre il 60% dell'incremento complessivo, recuperando i livelli di export precedenti la crisi. Per le imprese del made in Italy le esportazioni si collocano invece ancora su livelli ampiamente inferiori a quelli raggiunti nel 2008. Le recenti indagini della Banca d'Italia sulle imprese manifatturiere confermano il legame tra presenza sui mercati internazionali e performance aziendale.
Anche in Abruzzo, le imprese che in risposta alla crisi hanno adottato strategie di internazionalizzazione hanno segnalato in media risultati migliori. Tra il 2007 e il 2011, circa il 20% delle imprese intervistate e' stato presente all'estero mediante societa' controllate o propri stabilimenti, un dato in linea con la media nazionale e pari a circa il doppio del livello registrato nel Mezzogiorno. Nell'ultima parte dell'anno, i segnali di peggioramento del quadro macroeconomico e l'incertezza sull'evoluzione delle condizioni di mercato hanno spinto le imprese a ridimensionare i piani produttivi e di investimento. Nel settore delle costruzioni, nonostante lo stimolo proveniente dagli interventi di ricostruzione nell'area colpita dal terremoto, la produzione ha registrato un ulteriore calo. Nel comparto privato, l'attivita' e' stata frenata dalla perdurante flessione delle compravendite di immobili e, per l'edilizia non residenziale, dal ristagno degli investimenti delle imprese. La debole dinamica del reddito e le condizioni penalizzanti del mercato del lavoro hanno inciso negativamente sui consumi degli abruzzesi, in particolare su quelli di beni durevoli, diminuiti in maniera piu' marcata rispetto alla media nazionale. Negli ultimi anni le famiglie abruzzesi hanno inoltre visto ridursi sensibilmente il tasso di crescita della propria ricchezza netta. Nell'ambito del terziario, la ripresa dei flussi turistici in arrivo nella regione, seguita alla brusca caduta registrata nel 2009, e' proseguita anche nel 2011, seppur a ritmi piu' contenuti rispetto all'anno precedente. Gli indicatori disponibili mostrano al contrario un calo dell'attivita' nel settore del trasporto di merci.
Secondo Bankitalia l'occupazione in Abruzzo e' mediamente cresciuta nell'anno ma ha mostrato un marcato rallentamento negli ultimi mesi del 2011, accentuatosi nel primo trimestre dell'anno in corso. Seppure in riduzione, rimane storicamente elevata la quota degli occupati che, avendo fruito dei trattamenti della Cassa integrazione guadagni, non contribuisce effettivamente all'attivita' produttiva. Dall'inizio della crisi il tasso di occupazione e' aumentato per la popolazione di eta' piu' avanzata, anche per effetto del progressivo innalzamento dell'eta' di pensionamento; si e' invece significativamente ridotto per i piu' giovani. Il tasso di disoccupazione si e' allineato alla media nazionale nel complesso del 2011, rimanendo ancora elevato tra la popolazione giovanile. Ha registrato un forte rialzo nelle rilevazioni effettuate dall'Istat nei primi mesi dell'anno.
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