Anche nel quarto trimestre del 2013 i dati dell’export abruzzese confermano le ottime performance del comparto agricolo e agroalimentare con risultati straordinari nonostante la leggere flessione del dato totale regionale. E’ quanto emerge dai dati pubblicati oggi dall’Istat che l’Assessore regionale alle Politiche agricole commenta così: “Il vino resta senza dubbio il principe del “Made in Abruzzo” all’estero è alla fine dello scorso anno ha fatto registrare numeri record con un valore di oltre 120 milioni di euro e un incremento del +12,3% rispetto al 2012.
E’ bene sottolineare che si tratta del miglior risultato dal 2010 raggiunto grazie ad un trend costante che conferma come i nostri vini siano sempre più riconosciuti e riconoscibili in tutto il mondo. Se negli anni passati era un miraggio puntare a quota 100 milioni, in meno di 4 anni siamo riusciti addirittura a superare i 120 e questo credo che sia il premio migliore al lavoro che il mondo del vino e questa amministrazione regionale hanno svolto con grande passione e determinazione. Questi dati sono una vera e propria iniezione di fiducia per tutto il comparto vitivinicolo abruzzese alla vigilia di un evento importante e tanto atteso come il Vinitaly di Verona”.
“Ottime notizie – prosegue Febbo - arrivano anche dalle altre eccellenze abruzzesi come la pasta che si conferma tra i prodotti abruzzesi più apprezzati nel mondo. Alla fine dello scorso anno il dato parla di oltre 127 milioni di euro di scambi commerciali con un variazione del +7% rispetto all’anno precedente. Brilla anche il nostro oliva d’oliva che segna uno straordinario +16% rispetto al 2012 e un valore degli scambi con l’estero che ha raggiunto quasi 20 milioni di euro. Segno positivo anche alla voce frutta e ortaggi con +3,4%.
Nonostante il leggero calo che si è registrato sul dato globale, con un -2,4% delle esportazioni abruzzesi, in tutte le voci che riguardano l’agricoltura ci sono segnale positivi: prodotti e colture agricole non permanenti (+5%) e permanenti (+10%), prodotti di origine animale (+37%) e anche per quanto riguarda i prodotti della pesca (+19%) e pesce lavorato (+12%)”.
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