«Ci sorprende il rancore che Angelo De Cesare, presidente dell’Ance di Chieti, ha mostrato, bacchettando, dai microfoni della trasmissione Virus su Rai2, l’Amministrazione del Comune di Chieti per la mancata attivazione dell’albo delle ditte locali. Ricordiamo infatti, che l’istituzione di un albo delle imprese di fiducia era uno dei punti previsti dal Patto Sociale proposto dalla triplice sindacale per il rilancio del settore edile. Quello stesso patto che lo scorso 16 gennaio non è stato sottoscritto dall’ostracismo proprio da parte dell’Ance di Chieti». E’ quanto dichiarano Gianfranco Reale e Lamberto Vespasiano segretari Generali di Filca-Cisl e Fillea-Cgil promotori del protocollo d’intesa per il rilancio del settore delle costruzioni della provincia di Chieti, proposto a istituzioni, parti sociali ed ordini professionali del territorio.
«Siamo alquanto meravigliati da questa nuova presa di posizione – proseguono i due segretari -. Se, infatti, dietro di essa si cela un cambio di opinione circa l’approvazione del Patto Sociale siamo ben lieti di rilanciare la ripresa delle trattative con l’associazione dei costruttori, Provincia e con le altre istituzioni da coinvolgere per il bene dei nostri lavoratori. Non vorremmo mai che la solerzia con la quale viene sollecitata l’attivazione dell’albo nasconda invece, tutt’altro genere di obiettivi, ben lontani dalla ripresa del settore. Sino ad oggi, infatti, l’Ance ha mostrato di avere a cuore, più che il bene del comparto e dei suoi lavoratori altre questioni – continuano i tre segretari-. Con quest’atteggiamento di totale chiusura Angelo De Cesare mette a repentaglio, non solo il futuro del protocollo, ma tutto il sistema degli enti bilaterali. Questo meccanismo ostativo mina le fondamenta democratiche e le regole statutarie di tutto il sistema bilaterale della provincia di Chieti (Cassa Edile e Scuola Edile). Soprattutto in un momento di crisi che ha letteralmente fagocitato l’edilizia, il comparto delle costruzioni -dichiarano i segretari- necessita di interlocutori che sappiano mettersi in discussione per attivare quei meccanismi in grado di muovere e creare nuove opportunità che sappiano rilanciare il settore preservando il bene comune».
Il Patto trova la sua origine dalla congiuntura negativa attraversata dal settore edile in particolare dalla forte contrazione dei finanziamenti destinati al settore pubblico da un lato, e dal crollo del mercato immobiliare dall'altro. Con il protocollo i sindacati propongono un impegno comune per la sostenibilità del lavoro edile, la trasparenza e legalità, la sicurezza nei cantieri, la regolarità del lavoro edile; il continuo affinamento di strumenti quali il sistema bilaterale, l’azione degli RLST, il DURC e la congruità, la patente a punti, atti ad ostacolare e reprimere il lavoro nero e gli infortuni, vere piaghe, che insieme all’attuale congiuntura rischiano di compromettere definitivamente il settore.
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