I dati piu' recenti sui livelli di contaminazione negli allevamenti di pollame e negli alimenti di origine avicola in Europa, l'efficacia delle diverse misure di biosicurezza, i principali fattori di rischio e i punti critici, con particolare attenzione ai sistemi di allevamento in uso: questi i temi affrontati nel corso della conferenza internazionale "Prevention and control of Campylobacter in the poultry production system" (Prevenzione e controllo del Campylobacter nel sistema di produzione del pollame), che si e' svolta ieri all'Expo. L'iniziativa, nel Padiglione della Societa' Civile, Cascina Triulzia, e' stata organizzata dalla Direzione generale della Sanita' Animale e dei Farmaci veterinari del ministero della Salute, in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise 'G. Caporale' di Teramo e l'Izs delle Venezie. All'incontro hanno preso parte, tra gli altri, i rappresentanti della Commissione Europea, dell'Autorita' Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc), del Laboratorio Europeo di Riferimento per Campylobacter. Nel corso dei lavori ci si e' concentrati sull'efficacia delle misure in atto e sulle possibili strategie di controllo e prevenzione, dagli allevamenti alla tavola, prendendo in esame anche approcci efficaci di comunicazione del rischio. La campylobatteriosi e' una delle zoonosi a trasmissione alimentare piu' diffuse nell'Unione Europea: nel 2013 i dati ufficiali parlano di piu' di 200mila casi, con un tasso di mortalita' dello 0,05%. Le stime dell'infezione nell'uomo, tuttavia, si aggirano attorno ai 9 milioni di casi ogni anno, con un costo di 2,4 miliardi di euro.
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