Era il 1934 quando avvenne la scoperta casuale del simbolo per eccellenza dell'Abruzzo, il "Guerriero di Capestrano", che oggi a 80 anni da allora è in mostra a Palazzo de' Mayo fino al 13 settembre, grazie all'iniziativa della Fondazione Carichieti. Il rinvenimento della scultura in pietra e marmo, risalente al VI secolo avanti Cristo, avvenne nel corso di lavori in un terreno agricolo in una localita' a nord-est di Capestrano, da cui il nome. Si tratta di un guerriero dell'antico popolo italico dei Piceni, tra le opere piu' preziose dell'arte italica, di solito custodita nel Museo archeologico nazionale d'Abruzzo a Chieti. L'attuale mostra, tra fonti d'archivio e video proiezioni a cura della Soprintendenza Archeologica e del Polo museale dell'Abruzzo, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attivita' culturali e la Regione, espone alcune delle testimonianze documentarie più significative del percorso che portò al fortuito rinvenimento della statua e poi alla sua consacrazione come simbolo dell'identità abruzzese. L'itinerario espositivo si muove su due piani: il primo della documentazione cartacea ripercorre, attraverso le lettere originali, i primi contatti e i rapporti con le istituzioni, mentre il secondo piano, della documentazione audiovisiva, propone immagini d'epoca e testi d'archivio. Video proiezioni connotano l'allestimento delle due sale, ospitando materiali eterogenei per "Ricomunicare" il Guerriero di Capestrano quasi un secolo dopo.
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