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HOME » FOTONOTIZIA » QUINTA CAMPAGNA DI SCAVI NELLA VALLE GIUMENTINA
Pubblicato il 27/06/2016 18:06

Quinta campagna di scavi nella Valle Giumentina

Nella valle Giumentina, nel territorio del Comune di Abbateggio, l'Ecole Francaise de Rome e il CNRS di Francia (Centre national de la Recherche scientifique), stanno svolgendo in queste settimane la quinta campagna di scavo archeologico sugli insediamenti preistorici stratificati della valle per ricostruire la preistoria dell'Uomo in Abruzzo, regione ricca di testimonianze del Paleolitico. Questa mattina, nella sala Figlia di Jorio della Provincia, si e' svolta una conferenza stampa di presentazione dei primi risultati della campagna di scavi, alla presenza di Elisa Nicoud del CNRS, dei giovani archeologi provenienti da varie Universita' italiane, che partecipano agli scavi, e del presidente della Provincia Antonio Di Marco. Le ricerche stanno dando risultati straordinari, tanto che il Governo francese ha finanziato un altro triennio di scavi, con un gruppo nutrito di archeologici guidati dagli specialisti del Paleolitico Elisa Nicoud, Daniele Aureli (Universita' di Siena-Parigi), Marina Pagli (Universita' di Parigi). Fino al 5 luglio prossimo, una squadra di ricercatori e studenti di archeologia di diverse Universita' europee stanno lavorando nell'area a ritmi serrati. Domenica 3 luglio, l'area degli scavi sara' aperta al pubblico, con visite guidate e spiegazioni a cura della stessa equipe di ricerca, che spiegheranno a turisti, appassionati, cittadini, le scoperte fatte in questa zona, che fanno risalire la conoscenza della storia della valle fino a 600.000 anni fa. La visita puo' essere fatta a qualsiasi ora della giorno, dalle 9 del mattino alle 9 di sera. Il progetto pluridisciplinare e' finalizzato a ricostruire i modi di vita dei gruppi umani preneandertaliani che hanno occupato la zona della Valle Giumentina tra 600.000 e 300.000 anni fa. Un'attenzione particolare e' dedicata alla comprensione dell'interazione tra l'uomo, l'ambiente e il clima che lo circondavano. La Valle Giumentina, esplorata negli anni '50 dal professore Antonio Mario Radmilli e dal geologo Jean Demangeot, e' diventato in poco tempo un sito-chiave della Preistoria e del Quaternario italiano ed europeo per la definizione delle culture preistoriche nella penisola italiana e nel bacino mediterraneo. Si tratta di una valle occupata da un lago ora scomparso, le cui sponde erano frequentate dai gruppi umani per svolgere attivita' di caccia e di scheggiatura della pietra. I sedimenti contengono tra l'altro pollini, molluschi e altri organismi che testimoniano le variazioni del clima nel tempo.

Cosi, diversi specialisti del Quaternario, preistorici, geologi, paleobotanici, paleontologi, geofisici e specialisti delle datazioni radiometriche provenienti da molteplici istituzioni italiane e francesi collaborano per valorizzare sia i dati archeologici che paleoambientali della Valle Giumentina. Due cicli glaciali-interglaciali (periodi freddi-caldi) sono stati riconosciuti grazie alle analisi. Le datazioni realizzate su le ceneri cadute nell'antico lago di Valle Giumentina portano quindi il sito al Pleistocene medio. In questa campagna e' stata aperta un'area di scavo di 50 metri quadrati in cui gli archeologi stanno documentando i livelli d'occupazione antichi 456.000 anni, documentati da strumenti di selce tra cui, quest'anno, un bifacciale (amigdala), strumento-emblema del Paleolitico inferiore. Nel 2015 e 2016, i risultati gia' ottenuti sono stati presentati in convegni internazionali in Italia, Francia, Spagna e in diversi pubblicazioni scientifiche in lingua italiana, francese o inglese. L'importanza del sito per la conoscenza del clima e degli uomini della Preistoria e' ormai ben noto nella comunita' scientifica mondiale. Il progetto e' stato rinnovato dall'Ecole francaise de Rome e proseguira' fino al 2018 con due mesi di campagna di scavo all'anno, con l'augurio di aggiungere nuove e sostanziali informazioni alla storia del popolamento abruzzese. 

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