Corso Vittorio, l’ira dei commercianti
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Pubblicato il 14/03/2014 09:09

Corso Vittorio, l’ira dei commercianti

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di Giulia Grilli

E' uno scenario desolante, avvolto da un amaro ed insolito silenzio, racchiuso tra tendoni bianchi quello che caratterizza una delle principali arterie del centro pescarese, Corso Vittorio Emanuele. I lavori per la riqualificazione procedono inesorabili, mentre il malcontento dei commercianti della zona riecheggia da troppo tempo, tra sconcerto e disperazione. Già colpiti dal calo dei consumi e dalla crisi economica, ora si ritrovano intrappolati dal cantiere e costretti ad affrontare un'ulteriore sfida, perché la strada è impraticabile e inaccessibile alle autovetture.

 

In città i sensi di marcia vengono invertiti, la circolazione dirottata, mentre il traffico impazzisce. Perché se è pur vero che la mente umana è per natura resistente ai cambiamenti, ancor più lenta è la capacità del pescarese di adattarsi alle modifiche urbane che influiscono sulla viabilità o sulla nascita di nuove aree pedonali. I consumatori esasperati, in centro, sembrano infatti non volerci più andare.

 

 

"Da quando sono iniziati i lavori l'afflusso dei clienti è diminuito drasticamente" dice Seium Rahel del Rendez-Vous Cafè. "Non era il momento migliore per metterci alla prova, vista la crisi che già riduce gli incassi. Ora è difficile prevedere possibili effetti positivi, ma spero che in futuro ce ne siano". 23 negozi vuoti, barboni, e mura maleodoranti sono più che mai evidenti ai pedoni che transitano nella zona. "Alle 19 ci dobbiamo barricare dentro" racconta la signora Mariella di Petit, negozio di abbigliamento per bambini. "Il marciapiede è diventato una pista ciclabile, una strada per i tossici, ed ora è tutto esasperato perché l'area è ghettizzata. Devono assolutamente sbrigarsi perché non è possibile che nel weekend non ci siano clienti. Dovrebbero preoccuparsi di rimettere a nuovo anche i palazzi pieni di topi e scarafaggi, e non solo la mattonella, o la panchina e l'aiuola, perché altrimenti sarebbe come avere una Ferrari senza la benzina".

 

 

Diametralmente opposta l'opinione di Daniela Toricini dell'Ottica Toricini. "Ora è tutto problematico, ma i lavori si devono pur fare! Sono convinta che il risultato sarà sorprendente e noi commercianti ne beneficeremo. Il sabato pomeriggio non vedevamo altro che file di macchine che transitavano per andare a parcheggiare alla stazione. E invece di passare qui, passeranno altrove, cosa cambia?".

 

Tanti sono i negozianti che si rifiutano di parlare perché ormai è troppo tardi per esprimere la loro opinione, mentre cercano di abbellire le vetrine nella speranza di catturare qualche sporadico passante. Agguerriti, invece, Nino Bettini di Capecchi Casa, Sonia Bernardo di Le Magie e Aldo Marino dell'Ottica Marino che da giorni manifestano contro la classe politica. "In Comune ci è stato apertamente detto che le persone stanno scegliendo di non venire più a Pescara perché nei centri commerciali si risparmia, come se noi fossimo i ladri della questione!" afferma sconcertata Sonia Bernardo.

 

 

Secondo Aldo Marini, dietro a questa operazione di riqualifica si nascondo interessi economici ben precisi. "Sono stato amministratore comunale, e so bene come funzionano le regole!". Qualora il Tar dovesse dare ragione alla Pubblica Amministrazione nel ricorso presentato dalla Confcommercio, il traffico continuerebbe ad essere convogliato nella nuova strada aperta all'interno dell'area di risulta. "Cosa vuol dire questo? Che il Piano Particolareggiato 1 cadrebbe a favore di un Piano Urbano sulla Mobilità. La politica pescarese potrebbe così progettare di immettere edilizia qualificata dove ora ci sono i parcheggi, alimentando gli appetiti imprenditoriali".

 

"Non si sa se rimarremo vivi" confessa Nino Bettini. "Pescara è una città commerciale, dove i clienti devono poter arrivare. Chi deve sbrigare un acquisto in poco tempo non vuole pagare 2,50 Euro per lasciare la macchina alla stazione. Stanno desertificando il nostro centro...Per non parlare del fatto che adesso questa zona è inaccessibile ai mezzi di soccorso, come ambulanza e vigili del fuoco che non hanno lo spazio per passare. Se dovesse esserci un'emergenza non ci sarebbe alcun intervento. Inoltre, quando fa buio nessuno si permette di passeggiare qui, e temiamo che ben presto inizino le rapine nei nostri negozi. E mentre i soldi vengono spesi per i lavori su Corso Vittorio, Portanuova si allaga ogni volta che piove".

 

 

E se la rabbia di questi commercianti cresce ogni giorno di più, Lorenzo Casarin di Ink Master Tattoo spera in un miglioramento della situazione. "Nelle altre aree pedonali della città, la gente sembra passeggiare tranquillamente, ma attualmente non possiamo prevedere con certezza cosa accadrà qui su Corso Vittorio. Non sono solo i lavori a danneggiare le nostre attività, la crisi si respira a priori e bisogna ingegnarsi per catturare i clienti. Per agevolare il commercio nella zona, poi, andrebbero abbassati i prezzi dei parcheggi e gli affitti dei locali, perché sembra di stare a Roma!".

 

Per avere una visione prospettica dei risultati di questa riqualificazione urbana, sarebbe utile ascoltare anche i commercianti di via Firenze, chiusa al traffico da ormai un anno. Eppure, anche qui, le idee non sembrano essere molto chiare. Positivi i punti di vista di alcune negozianti del settore abbigliamento, che indicano un incremento del flusso pedonale e del conseguente shopping. Critica, invece, la situazione per lo storico forno Marcellino che rileva un'ulteriore diminuzione della clientela dall'inizio dei lavori in Corso Vittorio. "Le persone devono volare per arrivare nel centro di Pescara. Stanno chiudendo tutti i negozi anche in questa strada, è tremendo. Ben presto dovremo avere tutti l'elicottero!".

 

 

 

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