È nato a Pescara e vive immerso nella campagna di Città Sant’Angelo. Flavio Melchiorre è un artist, nel senso inglese del termine che indica diverse figure creative nel campo delle arti visive. È un illustratore, un grafico, un pubblicitario. Il suo stile è facilmente individuabile nei suoi pattern dalle tinte forti e vivaci che mescolano accuratamente street e pop art, che lo ha portato ad essere conosciuto in tutto il mondo.
Flavio Melchiorre Studia presso l’Università Europea del Design, lavora in una tipografia, poi come art director in un’agenzia di Pescara a e anche nel campo della moda. Nel 2005 viene contattato dalla Diesel per un colloquio, ma non ottiene il lavoro. Da un sogno che si infrange Flavio inizia a mettere le basi della sua arte. Da alcuni scarabocchi nascono i primi pattern, ovvero dei disegni al computer con una ripetizione geometrica dello stesso motivo grafico. Il suo stile diventa inconfondibile. Le pubblicazioni su riviste mondiali di settore non tardano ad arrivare e neanche linee di prodotti che portano il suo nome. Dalle cover per Iphone e Ipad con grafiche incise al laser sul legno prodotte negli Stati Uniti, al modello DS3 Citroën, alle tende inglesi da campeggio personalizzate a numero limitato, fino a montature per occhiali intercambiabili richieste da un’azienda francese.
Qual è stato l’evento che ti ha portato più notorietà?
Sicuramente la vittoria dei Citroën Creative Awards 2010. Eravamo più di 700 a concorrere, rappresentanti di 80 paesi di tutto il mondo. Un giorno ero su un sito di design e si parlava di questo concorso. Mancava una settimana alla scadenza e mi sono detto “proviamo”. Mi chiamarono il 3 agosto, il giorno del mio compleanno per dirmi che mi avevano scelto. Un bel regalo direi. In seguito a questa vittoria è stata prodotta la Citroën DS3 Flavio, un’auto personalizzata con il tetto decorato con la mia grafica. Ho saputo che è una delle più vendute a livello di personalizzazione. Questo evento mi ha portato molta visibilità. Sono venuti qui per intervistarmi, poi sono stato al Salone dell’auto di Parigi e al Motor Show di Bologna. Le mie esperienze le vivo con normalità, in maniera molto tranquilla.
Il tuo nome oramai è su molte riviste mondiali di settore
Sono stato inserito dalla Taschen, casa editrice tedesca, nel volume Illustration Now 3 e sono l’unico italiano presente. La serie Illustration Now è una rassegna stampa aggiornata del panorama mondiale per quanto concerne il campo dell’illustrazione. Avevo contattato l’editore che poi mi ha scelto, ma è nato tutto per caso. La rivista giapponese di moda Commons & Sense, che esce due volte l’anno ed è come Vogue qui da noi, mi ha commissionato delle illustrazioni ispirate alla collezione autunno-inverno 2012/2013 di Fendi disegnata da Karl Lagerfeld. Non conoscevo questa rivista e non sapevo fosse importante, ma adesso sono nella sezione Fashion Illustration Story. Poi sono presente nella rivista tedesca Novum, in Computer Arts, rivista inglese abbastanza seguita nel mondo grafico, in Art Noveau che mi ha dedicato la copertina con intervista interna. Anche la pubblicazione cinese Graphics Alive 2, edita da Victionary ha scritto su di me. Tutto questo rappresenta una soddisfazione immensa perché ho creduto in una cosa che era solo nella mia testa che ora si sta concretizzando.
Come definisci il tuo stile?
La definizione di “Hypnotic Art”, data da altri, mi è piaciuta. Probabilmente quando ti soffermi su un mio disegno ti fissi a guardare tutte le linee che ci sono. Sarà questo il motivo per cui la mia arte è definita ipnotica. Le mie creazioni nascono da una sensazione di libertà, inizio senza avere in testa l’idea finale. Seguo il flusso. Io vivo nella campagna e in primavera sono circondato da fiori, animali. Questa solarità che vivo e che fa parte del mio carattere si riversa in quello che faccio.
Quanto è stato importante Internet per il tuo lavoro?
È stato fondamentale, sia a livello di esposizione che per un fatto di crescita personale perché mi ha permesso di arricchirmi. Io sono un tipo che gira tantissimo sul web e ciò si è rivelato utile con il tempo. Inizialmente quando vedevo una cosa dovevo rifarla, mi dicevo “se qualcuno l’ha fatta puoi farla anche tu”. Era una sfida con me stesso. Poi sono arrivato al punto di fare qualcosa di mio, per questo sono nate le mie grafiche. Se non ti differenzi non emergerai mai dalla massa.
Preferisci l’Italia o il mercato estero?
L’Italia ha tante cose che amo a livello culturale e artistico, ma a livello lavorativo è meglio l’estero. Tutte le cose che ho fatto sono andate fuori da questo paese. In Italia c’è la tendenza per cui se sfondi fuori allora sei qualcuno, se resti solo nel panorama nazionale non sei nessuno. Non c’è molto senso di appartenenza. Mi è capitato di propormi ad un’azienda tessile finlandese, la risposta è stata: grazie, bei disegni, ma noi lavoriamo solo con designer finlandesi. Quello è un popolo che porta aventi la propria cultura.
Qual è il sogno di Flavio?
Continuare a fare quello che faccio divertendomi. E girare il più possibile il mondo grazie al mio lavoro. Questo è quello che vorrei.
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