Giovanni D’Alesio, l’agricoltura diventa giovane
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Pubblicato il 05/10/2012 09:09

Giovanni D’Alesio, l’agricoltura diventa giovane

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di Giulia Grilli

Nell'era della tecnologia, dei social network e della globalizzazione c'è chi, per caso, ha riscoperto antichi valori e l'amore per la propria terra. È Giovanni d'Alesio che, all'età di trent'anni, ha scelto la campagna per dedicarsi all'attività di famiglia, abbandonando i ritmi imposti dall'era moderna. L'Azienda Agricola D'Alesio si trova a Città Sant'Angelo sulla strada Gaglierano. Quaranta ettari di terre che abbracciano un progetto in espansione che comprenderà la cantina, l'attività di vendita, camere da letto e l'organizzazione di eventi per coinvolgere le persone e riavvicinarle alla natura.

Olio extravergine d'oliva, vino rossoe bianco, uno spumante rosato di Montepulciano, ceci, farro e anche cioccolatini, questi sono i prodotti di un'azienda che è ufficialmente entrata nel mercato nel 2007 e che guarda al futuro con ottimismo e passione senza abbandonare l'amore per le proprie radici.

Giovanni, come hai iniziato quest'avventura nell'azienda?

Io mi sono trasferito a Bologna per otto anni dove ho studiato Giurisprudenza e ho lavorato come organizzatore di eventi. Sono tornato a Pescara perché stavo aprendo con mio fratello uno showroom per la vendita di infissi e porte. Contestualmente mio nonno, che si era sempre occupato della campagna, all'età di 86 anni ha deciso di lasciarla al resto della famiglia. Nel 2007 mio zio, che ha un relais a Fabriano, ha deciso di acquistare nuove terre con mio padre e di allargare la proprietà. È nata così la prima produzione di olio con il marchio Sciarr dell'Azienda Agricola D'Alesio. Sempre nel 2007 è stata fatta la prima vendemmia di Montepulciano e il vino è uscito dopo 36 mesi di invecchiamento in botte. Capitava che nei ristoranti ci fosse il mio olio di cui non sapevo nulla. La curiosità mi ha spinto a fare il primo corso da assaggiatore di olio e a frequentare poi tre corsi da sommelier. Questa esperienza mi ha aperto le porte di un mondo di cui sapevo ben poco e che mi è piaciuto tantissimo. Mi sono appassionato e ho iniziato a venire sempre di più in azienda fino ad abbandonare completamente l'attività che avevo aperto con mio fratello. Questa realtà si avvicina molto più al mio carattere, è romantica.

Qual' è il vostro prodotto di punta?

In termini di vendite sicuramente lo SCIARRosè. Poche sono le aziende che spumantizzano il Montepulciano perché è un vitigno duro. Il risultato normalmente è un prodotto molto secco e poco versatile. Per ovviare a questo problema in molti lo hanno addolcito trasformandolo in uno spumante dolce. Noi cercavamo una via di mezzo. Lo SCIARRosè va benissimo per un aperitivo, ma avendo una base di Montepulicano regge completamente un pasto di pesce o di carni bianche. Io sono di parte perché per me è come un figlio. In molti, però, considerano il nostro vino rosso il prodotto principale. Esce sul mercato con un prezzo alto, nonostante questa sia un'azienda giovane, e dietro c'è un lavoro maniacale per raggiungere quella qualità. Le uve vengono selezionate durante la raccolta, poste in cassette piccole per preservarne l'integrità. Si passa ad una seconda valutazione per cui questo vino deriva solo da grappoli perfetti e resta in botte di 10 quintali per 36 mesi. Ha una gradazione alcolica inferiore ai classici 14 o 15 gradi e ti invoglia ad essere bevuto.

Cosa puoi dirmi della produzione?

Le nostre materie prime sono tutte qui, in questi ettari, fatta eccezione per un vigneto in affitto in una zona poco distante e uno nelle Marche che ci permetterà di vinificare l'incrocio bruni, tra il Verdicchio e il Sauvignon. Inoltre abbiamo iniziato la conversione al biologico da due mesi e ci vorranno tre anni perché il terreno si purifichi completamente. Il rischio è elevato sia per le piante di ulivo che per la vigna, perché non utilizzeremo più alcuna sostanza chimica. In questa attività ci sono fattori che dipendono esclusivamente dalla natura e che tu non puoi controllare. Oltre al vino e all'olio produciamo ceci, che sono molto ricchi di amido e contengono anche buone quantità di fibre e vitamine A e C, oltre alle saponine, sostanze che aiutano l'organismo ad eliminare il colesterolo dall'intestino. Abbiamo il farro e i cioccolatini all'olio extravergine di oliva. Per quest'inverno, poi, produrremo sapone liquido, saponetta e crema corpo sempre a base di olio.

Come è lavorare con la famiglia?

Io e mio padre non ci siamo mai presi molto, ma lui è presente solo in questo frangente per i lavori di costruzione della nuova sede, perché ha un'impresa edile. Il vero rapporto è con mio zio, persona con un carisma unico. Ci scontriamo spesso, lui ha un carattere duro, ciò nonostante lo devo ringraziare perché è una delle ragioni per cui sono qui. Lui ha una grande passione per questa attività e mi ha contagiato. Non avrei scommesso nulla qualche anno fa se mi avessero detto che questo sarebbe stato il mio lavoro, e invece mai dire mai.

Qual è il tuo rapporto con la terra?

Mi piace molto il discorso dell'attaccamento dell'uomo alla terra. Bisogna riscoprire i valori che abbiamo perso perché questo è il futuro. I punti di forza del nostro paese sono la storia, la cultura, la natura e ciò che ne deriva. Se ti soffermi a guardare queste incantevoli vallate in cui tutto è perfetto, ti rendi conto che il valore aggiunto è dato da noi, aziende agricole che lavoriamo e contribuiamo a questi paesaggi meravigliosi. L'Abruzzo è una regione che potrebbe dare tantissimo, abbiamo una bomba sotto i piedi e non riusciamo a farla esplodere. Non tutti hanno la fortuna di poter vivere questa realtà, ma la campagna fa parte del nostro bagaglio culturale, noi siamo tutto questo. Chi non ha uno zio o un nonno che porta l'olio a casa? Facciamo gli snob e i metropolitani, ma non dobbiamo vergognarci delle origini o pensare di essere cafoni. Oggi si spende per la macchina, per il cellulare e non per l'olio che è importantissimo e rientra nell'alimentazione quotidiana. È fondamentale riscoprire certe cose e avere cultura.

 

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