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Pubblicato il 02/08/2012 14:02

La reggae music raccontata dai Maga Dog

maga dog, reggae

di Giulia Grilli

 

Per i profani la musica reggae vuol dire Bob Marley, Giamaica con tutti gli stereotipi connessi, ma per i Maga Dog è uno stile di vita ben definito. Don Tino (voce), Luca Dread (voce e tastiere), Alessandro Nosenzo (chitarra), Pietro di Domizio (chitarra), Gianluigi Likkle G (batteria), Claudio Bollini (percussioni), Gianni Esposito (tastiere) e Claudio Bonetti (basso) sono gli otto elementi che compongono la band abruzzese conosciuta e apprezzata in tutta Italia nel panorama della reggae music. I Maga Dog nascono nel 2005, dall’incontro casuale tra Don Tino e Luca Dread, con una formazione che  nel corso del tempo ha cambiato più volte pelle.

 

Parlando con le due voci del gruppo è stato possibile comprendere come questo non sia solo un genere musicale, ma una filosofia, un amore e una passione. Hanno un’approfondita  conoscenza del linguaggio e della storia del reggae, e ciò ha permesso loro di crescere in breve tempo e di affermarsi a livello nazionale. Già all’attivo con due dischi, compilation e riddim creati, hanno di recente partecipato all’Heinekein Jammin Contest Festival 2012 riuscendo a partecipare alle fasi finali con altre trenta band.

 

Il nome del gruppo deriva da un complesso brano di Peter Tosh, come ci ha spiegato Don Tino. Nella teoria accettata il significato della canzone indica un cane pazzo che si trova all’interno di una grossa padella con numerosi personaggi. Il cantante dice che non sa se è meglio saltare fuori dalla padella perché c’è il rischio di finire nella brace. Maga Dog quindi è un cane pazzo che non sa dove andare, se buttarsi o meno. Eppure questi ragazzi sembrano aver ben chiara la loro meta.

 

Si allontanano dalla dance hall, dai ritmi più commerciali, dalle liriche tendenti all’omofobia. Preferiscono un pubblico maturo, amante del reggae della radice caratterizzato da melodie tranquille. I Maga Dog amano suonare dal vivo e si focalizzano sulla comunicazione del messaggio tipico di uno stile di vita che hanno abbracciato con devozione.

 

Perché avete scelto la musica reggae?

 

(Don Tino) Era quello che volevo da tempo. Io inizialmente suonavo con gli Anemamè, band di origine frentana che  mescolava generi come il reggae e il folk, mentre Luca Dread a Foggia suonava in una band original reggae, i Dread Ina Babylon. Trasferitosi qui a Pescara e dopo il nostro incontro si è aperto un solco. Volevamo più di ogni altra cosa riproporre le sonorità reggae originali e buttarci nel panorama italiano e così è stato.

 

Il reggae è uno stile di vita?

 

(Luca Dread) C’è molta confusione per quanto riguarda la terminologia. Lo stile di vita si definisce rasta reggae. Quando si dice rasta, comunemente si pensa ai capelli, ma in realtà è errato. Dreadlocks è il termine giusto per indicare le “trecce spaventose”. La musica rasta reggae è uno stile che ha il potere di diffondere il forte messaggio legato alla vita che conduce il rastaman. Il nostro obiettivo è quello di far aprire gli occhi sul mondo in cui viviamo e di indurre al rispetto nei confronti del prossimo, alla fratellanza e all’uguaglianza, ad essere “pure and clean”. È uno stile positivo e religioso. Tutti questi elementi vengono veicolati attraverso la musica reggae che risulta essere dolce, penetrante, meditativa, profonda e a tratti malinconica.

 

I vostri CD?

 

(Luca Dread) Il primo è uscito nel 2008 e si intitolava Maga Dog. È stato registrato un po’ a Pescara e un po’ a Torino dove abbiamo remixato con Bunna e Madaski degli  Africa Unite. Il secondo album è uscito nel 2011 e si intitola Il Nostro Stile, interamente prodotto dalla Bizzarri Records. Per promuovere gli album abbiamo suonato a Torino, abbiamo partecipato al Rototom Sunsplash a Udine, festival europeo di musica reggae molto importante e abbiamo suonato un po’ in tutta Italia. Per il secondo album abbiamo girato anche un video per il brano “Amo Te” uscito a gennaio.

 

Quali sono i temi che preferite trattare nei vostri testi?

 

(Don Tino) Noi affrontiamo diverse tematiche. C’è la componente spirituale in cui ci rivolgiamo a Jah Rastafari che ci guida in questo percorso musicale. C’è poi la componente politica, di protesta verso il sistema e poi c’è la componente “lovers” molto cara a Luca Dread .

(Luca Dread) I testi sono molto importanti nei Maga Dog e li proponiamo in maniera profonda. Non tendiamo a banalizzare le liriche. Cerchiamo di raccontare una storia che possa essere interpretata da chi ci ascolta.

 

Come sono andate le selezioni all’Heinekein Jammin Contest Festival?

 

(Don Tino) Sono stato io ad iscrivere i Maga Dog, senza dire niente a nessuno. Un giorno ricevo una telefonata per la selezione delle trenta band che avrebbero registrato un programma televisivo chiamato Database. La notizia mi ha reso molto felice e davvero non me l’aspettavo visto che le iscrizioni erano più di quattromila. Siamo partiti per Milano e abbiamo suonato il nostro brano “Cambia Idea” in un programma in onda sul canale 718 di Sky, Rock Tv. Purtroppo non siamo rientrati nella selezione delle sei band che sarebbero salite sul palco dell’ Heinekein Jammin Festival, ma siamo molto contenti del traguardo raggiunto.

 

 

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