L’allegato A alla delibera 73/11/CONS definisce gli indennizzi applicabili nella definizione delle controversie tra utenti e operatori telefonici.
E’ il caso di ricordare, sempre, che si tratta di una serie di articoli applicabili nella “definizione” che, come è stato scritto più volte in questa rubrica, è una sorta di secondo grado nel confronto tra fruitori del servizio telefonico e operatori.
In ogni caso molto spesso gli indennizzi vengono riconosciuti anche in sede di conciliazione (termine che si può riassumere come un primo tavolo di confronto) per evitare ulteriori lungaggini a tutti gli attori della controversia.
Un articolo molto importante per chi è titolare di un’azienda, e comunque per tutti i titolari di utenze business o affari è quello contrassegnato dal n. 12.
In questo caso, infatti, gli importi liquidati vengono raddoppiati.
Ciò vuol dire che in caso di ritardo dell’attivazione del servizio (art. 3) gli operatori sono tenuti a corrispondere un indennizzo di euro 15,00 per ogni giorno di ritardo (e non 7,50 come per le utenze domestiche).
Nel caso di sospensione o cessazione del servizio senza che vi siano i presupposti o in assenza di preavviso (art. 4), ugualmente l’indennizzo è di 15,00 euro al giorno (e non 7,50 come per le utenze domestiche).
Per il malfunzionamento (art. 5) saranno 10 euro al giorno (e non 5) come pure nella omessa o ritardata portabilità del numero (art. 6).
Molto interessanti per i titolari di utenze business, infine, sono gli articoli 9 e 10 della delibera. Il primo regola gli indennizzi in caso di perdita della numerazione (e purtroppo accade di frequente quando si cambia operatore) Se, infatti, per gli utenti domestici l’indennizzo è pari a 100 euro per ogni anno di precedente utilizzo del numero perduto – fino a un massimo di 1.000 euro – per aziende, professionisti e artigiani che abbiano una utenza business si arriva a quadruplicare l’indennizzo.
Lo stesso accade per l’art. 10 (omessa o errata indicazione negli elenchi telefonici) che prevede 200 euro all’anno per i privati e 800 euro all’anno per le utenze affari.
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