La cerimonia in memoria delle vittime dei bombardamenti che nel '43 colpirono Pescara quest'anno si tiene domani. Una data diversa dagli altri anni, in cui il 31 agosto, giorno del primo bombardamento ha segnato il passo della memoria, scelta per coinvolgere gli insegnanti, e dunque le scuole, a cui si e' chiesto di dare voce agli alunni tornati fra i banchi da pochi giorni. E i ragazzi saranno coinvolti attivamente nel programma costruito come accade da tre anni con l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani di Pescara) per dare voce a presenze istituzionali, al ricordo dei bambini e giovani di allora e a chi deve continuare ad aggiungere particolari alla tela del ricordo grazie anche alla partecipazione del Florian Metateatro di pescara che sara' voce narrante dell'evento. Si comincia domattina dalle ore 9, con la deposizione di un omaggio al Sacrario delle vittime dei bombardamenti che si trova al cimitero Colli Madonna. Appuntamento serale. Alle 21 invece la manifestazione prendera' il via dai resti del muro della stazione, con il saluto istituzionale del sindaco e l'inizio di un percorso che si snodera' in altre tre tappe con la voce narrante degli attori del Florian Metateatro. La seconda tappa e' su Corso Vittorio Emanuele angolo via Trieste. Si conclude a Piazza della Rinascita con la proiezione di un video del regista Stefano Falco e il microfono aperto ai cittadini per testimonianze su quei giorni. "Il primo bombardamento colpi' Pescara alle 13.20 circa del 31 agosto. Fino ad allora la guerra aveva avuto un impatto indiretto sulla nostra citta' - ricorda il presidente del Consiglio Antonio Blasioli - Dalla sera stessa del 31 agosto molti pescaresi iniziarono ad andarsene per il timore di nuove incursioni aeree. In un giorno solo, infatti, 20.000 dei 54.000 abitanti si allontanarono. Molti fecero ritorno a casa l'8 settembre all'annuncio dell'armistizio, Pescara, pero', fu presa dai tedeschi che la occuparono il 12 settembre senza incontrare resistenza. La notizia dell'armistizio aveva portato un clima di speranza e, soprattutto, la convinzione che non ci sarebbero piu' state incursioni aree. Infatti, il 14 settembre la gente avvisto' uno stormo di una trentina di B-24 Liberator e molti corsero in strada sventolando fazzoletti, come per salutare dei soldati ormai amici. Invece le bombe che vennero sganciate subito dopo non ricambiarono questi sentimenti".
"La strage piu' grave - osserva il presidente del Consiglio - si verifico' alla stazione ferroviaria dove la folla stava saccheggiando dei vagoni carichi di merci. Le bombe che caddero li' vicino provocarono tra i 600 e i 900 morti, nel raggio di centinaia di metri. Il risultato di questa nuova incursione, oltre alle migliaia di morti, fu quello di convincere l'80% dei pescaresi ad andarsene di nuovo. Si trasferirono fuori citta' anche gli uffici pubblici: ad esempio - e' sempre Blasioli a parlare - il Comune fu trasferito a Spoltore. Pescara divenne una citta' deserta. Quando gli Alleati entrarono a Pescara, nel giugno 1944 trovarono una citta' divisa in due tronconi, come altre volte nella sua storia. Si stimano 3.000 vittime e una distruzione degli edifici assolutamente rilevante anche su scala nazionale. Il Comitato di liberazione nazionale nomino' Italo Giovannucci Commissario della citta' e nelle elezioni del 31 marzo 1946 questi fu eletto sindaco dal Consiglio comunale con due compiti importanti da svolgere: rimuovere con pochi soldi le macerie dei bombardamenti e dei combattimenti, e ricostruire una comunita' che aveva perduto tutto. Un compito non diverso da quello che devono affrontare oggi i Sindaci dei comuni colpiti dal terremoto. Questa ricostruzione pero' favori' anche l'arrivo in citta' di molti abitanti da tutto l'Abruzzo. E nel 1936 la citta' contava 52.000 abitanti. Nel 1968, con la guerra alle spalle, gli abitanti divennero 68.000 ma la rinascita non si accompagno' ad un'altrettanto sviluppo della qualita' della vita". "Pescara ha uno spirito di ripresa fortissimo, ma risollevarsi da quelle macerie fu forse la sua rinascita piu' importante - aggiunge il sindaco Marco Alessandrini - Una rinascita a cui tutti presero parte e che aveva come orizzonte la citta' che sarebbe divenuta poco dopo, snodo del commercio e traino dell'economia e dei servizi dell'intera regione. Nelle precedenti edizioni di Pescara ha memoria abbiamo ascoltato il racconto di tante persone, gente che ha conservato documenti, che ha cercato foto, che ha fatto di tutto per aggiungere la sua voce alle voci dei sopravvissuti, di quanti si corciarono le maniche per ricostruire. Racconti anche toccanti, perche' ogni pescarese ha perso qualcosa sotto quel cielo del 1943: un parente, un amico, una casa, una citta' dov'era cresciuto. La cosa davvero impressionante, pero', commenta infine il sindaco - e' stata la partecipazione a questa opera necessaria di costruzione della nostra memoria da parte di questi interpreti che non chiedevano altro che di riconsegnarci la loro Pescara attraverso i ricordi pur brutti della guerra e di quelle bombe. Noi continueremo a raccoglierli, a metterli insieme e ad aggiungerli al bagaglio dei nostri ragazzi, a maggior ragione adesso che la citta' si appresta a compiere 90 anni, in nome di un futuro nuovo e capiente che dovremo costruirle per una nuova rinascita di cui Pescara ha bisogno per crescere ancora e realizzare i sogni di tutti i suoi figli".
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