La bandiera rossa della Fiom in mano e il collarino bianco che spunta dal giaccone aperto. Cosi' ha esordito in piazza don Gianni Di Marco, sacerdote della Chiesa cattolica ecumenica, che ha deciso di manifestare accanto ai lavoratori della Fiom nel corteo che in mattinata ha attraversato il centro di Roma. ''Perche' no?! In fondo sono un lavoratore anch'io. Faccio il barista part time'', dice. Per il resto della giornata don Gianni, che ha 43 anni ed e' stato ordinato sacerdote ad agosto, e' nella parrocchia di san Benedetto ad Alba Adriatica. Racconta che celebra messa come gli altri 'dipendenti' del Vaticano, ma non lo e'. La sua chiesa non fa riferimento a Papa Francesco, essendo nata in California nel 1987 e con due diocesi in Italia, in Campania e Sicilia.
''Come sacerdoti ecumenici possiamo sposarci, riconosciamo i matrimoni tra persone dello stesso sesso, siamo vicini alla gente - spiega - Insomma e' come se fossimo una chiesa anglicana''. A Roma e' arrivato grazie a una collega che gli ha proposto di partecipare alla manifestazione dei metalmeccanici che ha sfilato fino a Palazzo Chigi. ''Sono qui perche' vivo anch'io il precariato e il disagio dell'Italia e credo sia giusto sostenere i lavoratori contro una crisi che ci attanaglia tutti'', commenta un po' sorpreso per la sorpresa che suscita. E aggiunge: ''La Chiesa, quella di Roma e non solo, dovrebbe stare molto piu' vicino ai lavoratori. Non solo a parole''.
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