gestionale telefonia Gestionale Telefonia
HOME » L'ARIA CHE TIRA » APPROVATO L'ARTICOLO 1 DELLA RIFORMA DEL SENATO
Pubblicato il 01/10/2015 23:11

Approvato l'articolo 1 della Riforma del Senato

"Il passaggio piu' difficile della riforma costituzionale e' stato brillantemente superato". Questo l'annuncio del Primo Ministro Matteo Renzi con l'approvazione dell'articolo 1 fa compiere "un grande passo avanti" al testo. I numeri ampi, osserva, smentiscono chi si affannava ad affermare che la maggioranza camminava sul filo. Tant'e' che, assicura qualche renziano, si fa largo la tentazione di imprimere un'accelerazione al testo e votare il via libera al testo prima del 13 ottobre, data prevista, e incardinare con piu' tranquillita' la legge sulle unioni civili. Ma il percorso della riforma e' ancora irto di ostacoli. A partire dai voti a scrutinio segreto sull'articolo 2 che attendono adesso la maggioranza a una prova di tenuta non solo di voti, ma anche di nervi. Tant'e' che in serata, prima di mettersi al lavoro con il ministro Pier Carlo Padoan sulla legge di stabilita', il premier deve farsi carico in prima persona di una decisione che depotenzia i rischi di quei voti segreti e prova a tranquillizzare i senatori del Pd e della maggioranza. Le opposizioni, infatti, con alcuni emendamenti sulle minoranze linguistiche, sui quali si vota a scrutinio segreto, hanno provato a far rientrare dalla finestra quell'elezione diretta dei senatori che l'accordo con la minoranza Pd aveva fatto uscire dalla porta. Nel segreto dell'urna, spiega un renziano, la tentazione di votare a favore rischiava di scattare non solo tra i senatori delle minoranze linguistiche (sparsi in tre gruppi: Minoranze, Gal e Misto) ma anche nella minoranza Pd e in una buona fetta di Ncd. La prima soluzione era presentare un emendamento del governo per "cancellare" i voti segreti. Ma, dopo un colloquio tra il ministro Maria Elena Boschi e il presidente del Senato Pietro Grasso, Renzi ha scelto una via meno dirompente: rimettersi alla decisione dell'Aula sulle parti che riguardano le minoranze linguistiche. Perche' se anche a scrutinio segreto dovessero passare e cambiare il testo del governo, si tratta di "questioni secondarie e politicamente non rilevanti" che non modificano parti essenziali della riforma. La mossa porta diversi risultati: annulla ripercussioni politiche di eventuali "incidenti" sul voto segreto, evita a Renzi di dover porre la fiducia su emendamenti del governo ("Non ne ha alcuna intenzione", assicurano dal governo) e da' il messaggio ai parlamentari del Pd che lo scoglio piu' grosso e' stato gia' superato con il via libera all'articolo 1 della riforma e l'intesa interna al Pd sull'elettivita' dei futuri senatori. Per il resto, ragionano ai vertici del Nazareno, le opposizioni proveranno ancora a tendere trappole e bisognera' tenere fino all'ultimo la guardia ben alta, "senza rilassarsi troppo". Ma da un lato si e' pronti a intervenire in qualsiasi momento con 'canguri' ed emendamenti del governo, dall'altro lato i numeri consentono una certa tranquillita'. Con i verdiniani, infatti, si e' arrivati a quota 177. Se pure nei voti segreti dovessero esserci venti franchi tiratori (e' questa la stima che circola) non sarebbero sufficienti a "mandare sotto" il governo. Anche perche', raccontano in ambienti Dem, almeno cinque o sei senatori di Forza Italia sarebbero pronti all'occorrenza a uscire dall'Aula e abbassare il "quorum".

© Riproduzione riservata

Condividi:



Utenti connessi: 4